Prima di tutto vorrei che commentassi brevemente ogni album che avete pubblicato finora sottolineando le differenze in termini di songwriting e produzione...
The Strength/The Sound/The Songs – Sono passati tanti anni. Forse inserimmo troppe canzoni ma ce ne sono comunque alcune che suoniamo ancora dal vivo come ‘Pool Of Booze, Booze, Booza’.
Rock The Rebel/Metal The Devil – E’ un album nella stessa vena del debutto. In ‘The Garden’s Tale’ collaborammo con Johan Olsen dei Magtens Korridorer. A dieci anni di distanza lo abbiamo invitato di nuovo in studio.
Guitar Gangsters & Cadillac Blood – In assoluto l’album preferito di Michael. Il team che lo realizzò fu incredibile e la storia che accompagna la scaletta è formidabile. Non è un concept vero e proprio ma diversi pezzi sono connessi tra loro.
Beyond Hell/Above Heaven – E’ l’album che ci ha consacrato negli Stati Uniti con numerose collaborazioni di rilievo. Tra gli altri puoi trovarci King Diamond e Barney Greenway dei Napalm Death.
Outlaw Gentlemen & Shady Ladies – L’ingresso di Rob Caggiano ha rafforzato la line-up anche se il materiale è quasi tutto opera di Michael.
Cosa volevate cambiare con ‘Seal the Deal & Let's Boogie’?
Innanzitutto volevamo comporre e registrare un album senza pressione. In passato almeno un paio di lavori in studio sono stati scritti on the road e registrati tra un tour e l’altro. Stavolta Michael si è preso più tempo. Inoltre ormai sappiamo esattamente quello che siamo in grado di fare. Non ci interessano soluzioni commerciali e cerchiamo di spingerci ogni volta a livelli tecnici più elevati.
Dal punto di vista della produzione in quale direzione vi siete mossi?
La produzione è più o meno la stessa. Il mixaggio invece è orientato verso le ultime cose degli Slipknot che ci sono piaciute molto.
Anche stavolta Rob Caggiano è rimasto in disparte?
Michael è sempre il songwriter principale ma Rob è una persona che sa il fatto suo. In quest’ album ‘The Loa’s Crossroad’ è una sua idea.
C’è un momento particolare delle recording session che ti è rimasto impresso?
Sicuramente quando Danko Jones ha registrato le voci per ‘Black Rose’. É perfetto per quel pezzo.
Strano che non sia uscito come singolo..
In Danimarca volevamo promuovere ‘For Evigt’ per via del featuring con Johan Olsen e quindi la scelta è ricaduta su ‘The Bliss’ per non fare confusione. Inoltre è adatta alle radio americane. Un altro pezzo che mi piace molto è ‘Marie Leveau’, ispirato alla famosa strega voodoo di New Orleans. Credo che l’idea sia venuta a Michael guardando ‘American Horror Story’.
Quanto è complicato mischiare metal, hard rock, rockabilly e blues senza essere caotici e noiosi?
Non saprei risponderti. Di sicuro non pensavamo di farlo quando abbiamo iniziato. Ricordo che quando formammo la band Michael mi disse che aveva scritto dei pezzi che ricordavano i Black Sabbath. Lo raggiunsi in sala prove e mi fece sentire delle cose alla Offspring. Poi qualche tempo dopo altre cose sulla vena di Motörhead e Slayer. Niente a che vedere coi Black Sabbath. Questo per dirti che non ci abbiamo mai pensato troppo.
Cosa ricordi dei tempi con Infernal Death e Moratorium?
Mi stupisco che tu sappia di queste band. In ogni caso con i Moratorium registrammo un demo ma non era un granché.
Qual è l’aspetto peggiore di essere spesso in tour?
Il cibo schifoso. Dopo due settimane in tour cominciamo a rimpiangere il cibo danese. In Nord America specialmente è qualcosa di terribile ma questo è il nostro lavoro.
Quali ritieni che siano i momenti più importanti della vostra carriera?
Ce ne sono tanti. Pubblicare il primo album è stato sicuramente importante. Tante label avevano ascoltato il nostro demo ma non sapevano che farci. La Mascot ci ha dato fiducia e per noi è stata la svolta. Non puoi capire come ci siamo sentiti quando abbiamo sentito le nostre canzoni alla radio. Un altro passaggio chiave è quando abbiamo ottenuto il primo disco d’oro ma anche quando ci siamo esibiti sul main stage di Roskilde. Credo comunque che l’apice della nostra carriera sia stato il tour con i Metallica. É la migliore metal band al mondo e dividere il palco e il backstage con loro non ha eguali.
Io ricordo una vostra esibizione all’Ankkarock in Finlandia dove inizialmente avevate duecento persone circa di fronte al palco, dopo un pezzo cinquecento e dopo due pezzi duemila
La Finlandia è uno dei primi paesi esteri in cui abbiamo suonato e hanno una cultura musicale superiore a quella di tanti altri posti.
Un momento brutto invece?
L’incidente con il tour bus in Norvegia. Erano le sei di mattina, faceva un freddo cane e dovemmo chiamare parenti e fidanzate per dire stavamo bene. Per fortuna non si fece male nessuno.
(parole di Jon Larsen)