Chi sono Dave Lang e Scott Stanton?
Siamo i fondatori della band. Scriviamo tutti e due pezzi per gli album, a volte insieme ed altre volte per conto nostro. La nostra partnership ormai è consolidata e ci ha permesso di girare il mondo. Scott è la voce principale in buona parte dei pezzi. Rispetto al precedente album stavolta abbiamo trascorso un anno a scrivere insieme.
Qual era la vostra visione quando avete formato la band? Quanto sono cambiati gli obietti in questi anni?
La band è nata senza una visione precisa e obiettivi di alcun tipo. Le nostre aspirazioni erano viaggiare e goderci la vita. Una volta iniziato ad avere un certo numero di fan ci siamo resi conto che avremmo dovuto prendere sul serio la musica e focalizzarci al massimo su songwriting e registrazioni, oltre a tutti gli aspetti che riguardano il business. C’era una certa innocenza nei primi due album, non ci importava niente di quello che pensava la gente. Adesso è cambiato tutto, siamo più vecchi e ci piace esplorare nuove sonorità o comunque cantare al confine tra i generi.
Prova a commentare ogni full lenght sottolineando le differenze maggiori in termini di songwriting e produzione..
‘So I Say’ - E’ la nostra prima raccolta di canzoni proveniente da un demo registrato con un paio di migliaia di dollari.
Trust Us Now – Il secondo album è nato dopo un viaggio in Australia. Esplorammo reggae e blues con un sacco di pezzi divertenti, provammo il primo produttore e perdemmo il nostro primo batterista.
Protect Your Own – Il primo album pubblicato dopo avere assunto un manager. Fu prodotto da Todd Simko (Xavier Rudd) e ‘Young And Able’ andò alla grande su YouTube.
Long Time Ago – Il primo album senza Louis Sadava al basso ma soprattutto il primo vero album in cui ci focalizzamo al massimo su songwriting e produzione. Molti lo considerano il nostro vero debutto. In scaletta ci sono un sacco di pezzi folk ed a produrlo fu ancora Todd Simko.
Ulysses – Prodotto da Nathan Sabatino e registrato come una grande live jam. Il suono è più psichedelico con influenze dei Tame Impala nel mixaggio. ‘Rollin’ entrò nella top ten della rock chart in Canada.
When To Talk And When To Listen – Il nostro sesto album come ti dicevo è pieno di canzoni scritte da me e Scott insieme. Abbiamo cercato di evitare input dall’esterno in modo da mantenere la visione iniziale. Molte canzoni sono pensate per le radio e per questo ci siamo rivolti ad un produttore di fama internazionale come Jacquire King (kings Of Leon, Tom Waits, Of Monsters And Men). È stato bravissimo a condurci dai primi demo alla realizzazione dell’album. Sicuramente il nostro lavoro più pensato e costoso.
Cosa volevate migliorare dopo ‘Ulysses’?
Dopo le sessioni di arrangiamento e scrittura di ‘Ulysses’ volevamo pubblicare un vero “studio album” con canzoni di impatto, cori e melodie di facile presa. Avevamo bisogno di un leader che ci guidasse e per questo abbiamo scelto Jacquire King. All’inizio non è stato semplice ma sapevamo che dare a lui le redini ci avrebbe portato a pubblicare un grande album.
Vi siete ispirati a qualche titolo in particolare per la produzione ed il mixaggio?
C’è un sacco di ottima surf music in circolazione. Per esempio The Growlers ma anche qualcosa di più rock come Cage The Elephant. Volevamo che l’album possedesse un feeling indie ma alla fine ci siamo fidati dell’istinto di Jacquire King. ‘When To Talk And When To Listen’ è un album rock con influenze pop.
Avete girato un divertente video per ‘It Aint Right’. Chi è il regista? Perché avete scelto un teatro come location?
È il vecchio teatro della città dove viviamo. Ci abbiamo suonato un paio di volte e ci siamo trovati bene. Volevamo mostrare a tutti come siamo dal vivo ed abbiamo pensato che il modo migliore fosse suonare in un teatro vuoto. Dopo una decina di volte il regista Dave Wallace ci ha detto che era soddisfatto del risultato. Il video ci è piaciuto fin dal primo edit.
Quali sono gli altri passaggi chiave dell’album a tuo parere?
Per me ‘Marsha e la title track. Amo come si intrecciano le tastiere con chitarra e batteria in quelle due tracce. Inoltre i testi, così come quello di ‘It Aint Right’, riflettono aspetti pregnanti della vita di ognuno di noi.
C’è un significato particolare dietro all’artwork?
L’idea è stata di Scott e lo abbiamo lasciato fare. Credo l’abbia presa dalla copertina di una rivista degli anni sessanta. Riflette il nostro amore per il surf rock.
Quali sono le vostre band canadesi preferite?
Arcade Fire, Jon and Roy e naturalmente Neil Young.
Vi piace che il termine indie folk venga associato alla vostra musica?
É cool, suoniamo rock ma molte delle nostre canzoni hanno influenze folk. La title track è una di queste quindi non ci vedo niente di male.
Qual è l’album che ha cambiato la vostra vita?
Il “White Album” dei Beatles. La prima volta che l’ho ascoltato ho voluto cominciare a suonare la chitarra. Erano dei songwriter e degli arrangiatori incredibili e mi sono innamorato della loro musica in un modo che non avrei mai potuto immaginare. Quando siamo entrati in studio mi sono detto “facciamo finta di essere i Beatles” e non a caso in alcune tracce trovi mellotron e chitarra elettrica alla loro maniera.
In tutta onestà qual è la vostra canzone peggiore?
Forse ‘Eye For An Eye’ di ‘Trust Us Now’. Con quel produttore abbiamo registrato alcuni pezzi reggae che non sarebbero dovuti uscire. Quella in particolare è davvero scadente.
Qual è la cosa più pazza che un fan ha fatto in vostro onore?
Una donna si è tatuata un nostro testo sulla schiena e le spalle. Solo che ha sbagliato il testo. Quando me ne sono accorto non ho avuto il coraggio di dirglielo. Era un tatuaggio così grande..
(parole di Dave Lang)