Personalmente ritengo che ‘Tragic Idol’ abbia segnato l’inizio di una nuova era per i Paradise Lost. É possibile considerare ‘Tragic Idol’, ‘The Plague Within’ e ‘Medusa’ una trilogia?
Qualcuno lo penserà sicuramente. Ci sono delle similitudini un po' come accadde negli anni novanta con ‘Icon’, ‘Draconian Times’ e ‘One Second’. Non a caso ‘Medusa’ è stato ispirato da ‘Beneath Broken Earth’ ovvero l’ultimo brano composto per ‘The Plague Within’.
Ascoltando il riff d’apertura di ‘Gods Of Ancient’ pare davvero di essere immersi nell’oceano..
Abbiamo cercato di realizzare un effetto cinematico. Molti non si rendono conto di quanto sia importante la musica per la riuscita dei film. Ultimamente ho amato molto la musica scritta da Max Richter per la serie televisiva ‘Leftovers’.
Come si sono svolte le registrazioni?
Per quanto riguarda la batteria abbiamo cercato di ottenere un suono tipicamente classic rock. Per il resto ci siamo ispirati ai dischi death doom che amiamo. Jaime Gomez Arellano è stato bravissimo a trasmettere calore ai pezzi. Pur essendo più giovane di noi ama la strumentazione vintage e si comporta come un produttore degli anni settanta.
Ti considero uno dei migliori growler di tutti i tempi e la cosa è emersa più volte anche intervistando altri esponenti storici del death. Come si è evoluto il tuo stile? Hai fatto fatica a tornare al growl dopo diversi anni?
Ti ringrazio. All’inizio il mio stile era piuttosto basilare e impostato. Non avevo una grande tecnica e seguivo l’istinto. Col tempo ho imparato a respirare in un certo modo e sviluppato una tecnica migliore. Adesso mi servono un paio d’ore circa per imparare a cantare un pezzo e mi lascio ispirare dal testo.
Di cosa parla esattamente il testo di ‘Fearless Sky’?
È un testo simbolico che fa riferimento a quello che si prova dopo la morte e in generale alle persone che uccidono per motivi religiosi. Il fatto che gli attacchi terroristici siano ormai all’ordine del giorno e possano avvenire in qualunque luogo e momento sta condizionando la mente delle persone, in maniera consapevole o meno. Anche se buona parte dei testi era già scritta prima dei recenti attacchi nel Regno Unito, si può leggere tra le righe un mood apocalittico.
E ‘The Longest Winter’ invece?
Quasi tutti i testi sottolineano il contrasto tra le scelleratezze compiute dall’uomo nei confronti della natura e il dominio incontrastato di quest’ultima. Siamo ospiti e questo non cambierà mai anche se continuiamo a rovinare l’ambiente in cui trascorriamo l’esistenza.
Quali sono gli altri passaggi chiave dell’album?
È ancora difficile esprimere giudizio perché abbiamo ascoltato il mix finale solo una settimana fa ma amo molto la title track e ‘Blood And Chaos’. Inoltre trovo intrigante l’inizio di ‘From The Gallows’ che rimanda alle atmosfere di ‘Gothic’.
La storia di ‘From The Gallows’ è particolare..
Infatti è un pezzo vecchio che Greg ha recuperato in qualche cassetta degli esordi. Ricordo che piaceva moltissimo a Karl dei Bolt Thrower. L’abbiamo registrata come si deve aggiungendo una coda nuova.
In carriera vi siete sempre evoluti senza scendere a compromessi..
Il segreto è quello di pensare prima di tutto a soddisfare noi stessi e poi il pubblico. Il nostro obiettivo principale è sempre stato quello di pubblicare materiale che potesse funzionare in tour. Anche se i nostri fan a volte non hanno compreso le nostre mosse noi sapevamo esattamente cosa avrebbe suonato bene dal vivo. Dopo tanti anni non ci siamo stancati di lasciare le rispettive famiglie e vivere in un bus per mesi.
Dopo tanti anni siete passati da Century Media a Nuclear Blast. Che rapporto avete con le etichette discografiche?
Devo dire che ci siamo sempre trovati bene. Secondo me le band che non si trovano bene con le etichette sono quelle di poco valore. Noi siamo stati fortunati fin dai tempi di Peaceville e Music For Nations. Con la EMI abbiamo avuto diversi problemi ma semplicemente perché avevamo a che fare con dipendenti con una mentalità corporativa. I ragazzi della Century Media così come quelli di Nuclear Blast sono prima di tutto dei fan della musica e questo fa la differenza nei rapporti con le band. Con Century Media ci siamo trovati benissimo ma quando è finito il contratto l’etichetta stava per essere acquistata dalla Sony e le persone con cui avevamo collaborato fino a quel momento non erano certe di rimanere.
Quanto sono stati importanti Vallenfyre e Bloodbath per mantenere le idee fresche?
Direi molto importanti. Entrambe le band hanno uno spirito revivalistico e personalmente sono finito nei Bloodbath quasi per caso. Siamo molto amici con i ragazzi dei Katatonia e quando mi è stato chiesto di cantare su ‘Grand Morbid Funeral’ ho pensato che mi sarei divertito e così è stato. Ho dovuto cantare in un modo un po' diverso, più veloce e brutale, ma sono riuscito ugualmente a non uccidermi.
Come siete finiti con un batterista finlandese?
In realtà quella di Waltteri Väyrynen doveva essere una soluzione veloce per qualche data in attesa di trovare un sostituto. Poi ci siamo resi conto di quanto fosse bravo. Ha uno stile moderno ma allo stesso tempo un suono che mi ricorda tantissimo quello di Cozy Powell.
(parole di Nick Holmes)