-Core
Fleshgod Apocalypse
Italia
Pubblicato il 20/08/2019 da Lorenzo Becciani

Vorrei partire dal tour Nord Americano…
Abbiamo fatto ventotto date tra Stati Uniti e Canada assieme agli Hypocrisy. È stato il primo tour da headliner di una certa consistenza. Ne avevamo fatto uno più piccolo con i Carach Angren ai tempi di ‘King’ ma questo è stato decisamente più importante. I concerti più belli sono stati a New York, dove abbiamo fatto un sold out storico al Gramercy Theatre, e Los Angeles ma anche le date canadesi sono state tutte grandiose. Abbiamo incontrato amici come Gene Hoglan a San Diego, Eric Peterson a Oakland, Giovanni Bucci, James Payne (ex Hour Of Penance adesso negli Hiss From The Moat), Archspire, Origin e Abigail Williams. Adesso stiamo per partire per il Sud America dove  siamo già stati con gli Septicflesh, che però erano più conosciuti di noi. Laggiù la gente impazzisce e quindi non vediamo l’ora. Come mercati alcuni sono difficili per problemi economici ma altri sono più ricchi di quanto si possa credere. Mi vengono in mente Cile, Uruguay, Guatemala e anche certe parti del Brasile.

Vuoi presentare la line-up attuale?
Praticamente siamo rimasti in tre ovvero io, Paolo Rossi e Francesco Ferrini. David Folchitto e Fabio Bartoletti non sono mai entrati nel discorso compositivo. Il tempo ci dirà se diventeranno dei membri fissi o meno. Veronica Bordacchini per esempio ci sopporta da sei anni.

Personalmente ho adorato ‘King’ ed ascoltando questo nuovo disco l’ho trovato forse meno coeso del precedente. Però, allo stesso tempo, ci sono almeno 3-4 pezzi strepitosi..
Hai ragione. In passato volevamo creare un’opera metal all’italiana ma c’eravamo scontrati con dei limiti tecnici e compositivi. Abbiamo sempre pensato che il modo giusto fosse smettere di suonare e dopo il tour dedicarsi al songwriting ed alla registrazione. Arrivati a ‘King’, che grazie a Jens Bogren poteva comunque vantare una produzione superiore, ci siamo resi conto che se avessimo seguito ancora questo metodo avremmo creato una seconda versione di quell’album. Anche il furto che abbiamo subito ha compromesso mesi di lavoro. Questo ha fatto sì che scrivessimo per la prima volta in tour. Per questo è nato più spontaneo ma slegato perché ogni canzone porta con sé lo spirito del momento in cui è stata composta. Anche a livello di atmosfere c’è tanta varietà. Si va da parti aggressive ad altre molto depresse, da alcune che rimandano al prog ad altre che sono più sperimentali.

In termini di produzione vi siete posti degli obiettivi particolari. Il suono di batteria secondo me è una bomba..
Questo disco appare meno sinfonico. In realtà è meno finto perché ci sono meno campioni. Gli archi sono veri, il coro è vero, la strumentazione acustica è stata suonata in studio e nel complesso del suono abbiamo dato tanta importanza al pianoforte. Con ‘King’ abbiamo ottenuto un suono molto organico ed atmosferico ma perdeva un po' in impatto ed aggressività. Con Jacon Hansen invece abbiamo scelto suoni di batteria e chitarra più moderni. Tutto più aggressivo e heavy, a rispecchiare lo spirito più death metal che c’è in formazione.

Zucchero o veleno?
Anche lo zucchero può essere un veleno. Anche stavolta abbiamo messo la title track alla fine. ‘Veleno’ è nato perché volevamo fare un disco sul rapporto tra uomo e natura, sia esteriore che interiore. Ogni canzone parla del rapporto che hai con un evento naturale. Religione, morte, strutture create per giustificare l’incapacità di sopportare l’assenza di amore; tutti temi che riguardano le fragilità sedate con le droghe. Ci chiediamo quanto tempo potremo continuare ad avvelenare noi stessi.

Un altro record che siete riusciti a battere è stato quello di spingere Travis Smith a realizzare una delle copertine più bizzarre della sua incredibile carriera..
E’ sicuramente un disegno fuori dai suoi canoni. È un genio vero, un personaggio assurdo. Si parla di uno che ha disegnato le copertine di Death e Opeth e posso assicurarti che ha trascorso notti intere a discutere con me dei dettagli del lavoro. Volevamo una copertina progressive con un simbolo per ogni canzone e questa cosa l’ha mandato fuori di testa. C’è voluto un mese ma a mio parere è stupenda.

‘Carnivorous Lamb’ è il vostro pezzo migliore di sempre. Non ho dubbi a riguardo. Ha il pregio di essere immediatissimo ma tecnicamente pazzesco..
E’ nato perché volevamo parlare delle persone ipocrite che ci circondano. Così si presenta in un modo e poi esce fuori in tutt’altro modo. Anche l’agnello più delicato può nascondere un’anima marcia. L’intro è soave con la cornamusa, poi il pezzo diventa quasi cacofonico e poi si apre ancora col ritornello che ha una progressione bella complessa. Una volta che l’agnello si è trasformato in lupo rimane lupo. É un pezzo molto complicato, con decine di cambi di tonalità, che va ascoltato a più riprese per svelare tutte le sue sfumature.

Perché avete scelto di coverizzare ‘Reise Reise’ dei Rammstein?
Perché sono uno dei nostri gruppi preferiti e perché suoniamo sempre quel pezzo in sala prove. Alla fine è venuta fuori così. In tour con Peter Tagtren, ci parlava del progetto con Lindemann e l’ha apprezzata molto.

Nell’edizione blu-ray avete inserito ‘An Evening In Perugia’. Un titolo abbastanza inquietante..
Il concerto è stato registrato lo scorso Settembre ed è la prima volta che pubblichiamo del materiale dal vivo. Volevamo dimostrare che con la nuova line-up le cose sono migliorate ed inoltre abbiamo avuto la possibilità di organizzare un concerto esattamente come volevamo. Abbiamo curato noi stessi il montaggio insieme ad una azienda di Napoli. Quando Nuclear Blast ha visto il materiale ha deciso di inserirlo nella edizione deluxe assieme a delle bonus track. Credo che con i pre-order sia già praticamente esaurito. Un altro bel record in un periodo in cui le vendite sono scarse. Insieme a Rhapsody e Lacuna Coil siamo l'unico gruppo metal che fa certi numeri all'estero ma non la vedo come cosa positiva. Sta a noi attrarre gli investitori e fare in modo che la scena diventi sempre più grande. E' successo in parte con gli Hour Of Penance e ci auguriamo che si ripeta.

(parole di Francesco Paoli)
 

Fleshgod Apocalypse
From Italia

Discography
Oracles (2009)
Agony (2011)
Labyrinth (2013)
King (2016)
Veleno (2019)
Opera (2024)