-Core
The Pineapple Thief
UK
Pubblicato il 10/09/2020 da Lorenzo Becciani

Prima di tutto partirei dal titolo di una delle canzoni più belle del nuovo lavoro ovvero 'Too Many Voices'. Un musicista deve avere a che fare con manager, discografici, stampa e fan. Quante voci ci sono attorno ai The Pineapple Thief e qual è il tuo segreto per isolarti dal mondo e comporre senza intrusioni?
È una domanda molto bella. Devo dire che le operazioni per 'Versions Of The Truth' sono state piuttosto tranquille e fluide. Non abbiamo un manager perché sono sempre riuscito a mantenere il controllo di tutto quello che riguarda la band. Può essere faticoso ma se qualcosa va male sai che è colpa tua e quindi lo stress è minore. La nostra crew è tutta italiana e siamo fortunati a lavorare con professionisti del genere. Quando scrivo non devo fare altro che chiudere una porta e lasciarmi tutto alle spalle. Anno dopo anno, ho portato a casa mia tutto il necessario per comporre e produrre musica. Ho creato uno studio professionale a tutti gli effetti. Dopo tanti anni di sacrifici ho il privilegio di potere fare della musica un lavoro e questo semplifica tutto.

In questo momento siete la priorità di Kscope. É cambiato il vostro rapporto con la label?
Kscope è una label molto strana. Tony e Johnny sono due persone straordinarie e non ti fanno mai pesare il business. Sembra che si divertino e basta da quindici anni a questa parte. Per me è una famiglia ed il rapporto è lo stesso da quando sono entrato per la prima volta nei loro uffici.

Abbiamo parlato di manager e di label. Adesso parliamo di fan. Qual è la qualità più importante che i fan apprezzano della band?
Nel '99, quando ho cominciato questa avventura, non avevo soldi ed il supporto di alcune persone mi ha dato una spinta fortissima. Ricordo come se fosse ora le prime recensioni sulle riviste, le prime interviste, i fan che mi fermavano dopo i concerti e mi facevano domande sulle canzoni. È stato complicato all'inizio perché avevo un lavoro e dovevo trovare il tempo per stare dietro alla musica ma ce l'ho fatta ed i fan mi hanno trasmesso tanta energia. Ogni album ha venduto un numero superiore di copie del precedente finché non siamo entrati nel roster di Kscope. A quel punto la fanbase si è allargata moltissimo. Durante il tour di 'Your Wilderness' ho potuto incontrare un sacco di fan che non avevo mai potuto conoscere di persona. In Italia ho conosciuto tanti ragazzi che ci amano, sia a Roma che a Milano. Le relazioni con i fan possono essere tossiche talvolta ma non è il nostro caso. Per rispondere alla tua domanda, ci sono dei fan, soprattutto quelli che ci seguono dall'inizio, che amano il filo conduttore che lega un po' tutti i nostri lavori. Scoprono elementi di continuità e li evidenziano con dei paralleli che certe volte sfuggono anche a me. Altri invece ci hanno scoperto più tardi e apprezzano la nostra capacità di esserci evoluti e offrire un'interpretazione moderna e originale al prog rock.

Come hai scelto il titolo del nuovo album?
Quando ho iniziato a comporre le prime canzoni ho riflettuto sul fatto che il mondo è davvero strano. Ci sono persone al governo capaci di dire qualsiasi cosa pur di raggiungere i loro scopi. La verità non sembra avere alcuna importanza. Ho pensato quindi al fatto che arrivare ad un accordo su una sola versione della verità sia quanto mai difficile e problematico.

Nell’album precedente, ‘Dissolution’, c’erano due tra le canzoni più belle che hai scritto ovvero ‘Try As Might’ e ‘White Mist’. É stato difficile avviare un altro processo di scrittura dopo un album del genere?
Se mi dicessero di scrivere qualcosa di specifico non ci riuscirei e di solito lavoro senza deadline. Avrei potuto inserire più elettronica e meno passaggi malinconici o acustici. In tanti infatti ci hanno chiesto un approccio più rock ma le forzature sono sempre un danno per il processo. Cerchiamo semplicemente di pubblicare il disco più bello possibile e nella mia mente c’è già scritto cosa abbiamo fatto in passato e cosa non è il caso di ripetere. Inoltre il rapporto con Gavin Harrison è cresciuto negli anni e, pur distanti, componiamo con molta più facilità di prima. L’emergenza sanitaria non ha cambiato il modo in cui lavoriamo e crediamo che non pubblicare musica sia una scelta sbagliata.

In alcuni pezzi il basso di Jon Sykes è gigantesco. É stata una scelta voluta?
Sì, anche perché Gavin ha sperimentato di più e creato nuovi arrangiamenti per la batteria.

Quanto c’è della tua esperienza solista in questre tracce?
Di sicuro adesso posso sfruttare meglio la mia voce. La uso come strumento e sono progredito molto in tal senso. ‘Driving Like A Maniac’ è la canzone più legata a ‘Bruce Soord’ e anche una delle mie preferite. Ne sono davvero orgoglioso.

Siete una delle prog band più famose in questo momento. Come vedi la scena?
Direi che è sostanzialmente suddivisa in due parti. Dalla prima ci sono band più legate ai canoni del prog metal come Dream Theater e Haken e dall’altra band come la nostra, Anathema o lo stesso Steven Wilson. Ultimamente ho apprezzato tantissimo gli album di Pain Of Salvation, davvero spigolosi e sperimentali, e Leprous, che provano a fare qualcosa di differente da tutti gli altri. È difficile compararle ma alla fine credo che un disco come ‘Versions Of The Truth’ non sia altro che un disco rock. E poi se hai le canzoni non importa ciò che suoni.

Cosa rappresenta la copertina?
E’ una figura astratta presa da un dipinto di un amico di Gavin che putroppo ci ha lasciato l’anno scorso. Lo abbiamo scelto in quaderno di dieci-dodici disegni simili e l’interpretazione è chiaramente soggettiva. Ci è piaciuta perché è l’ultima copertina che ci si potrebbe aspettare da un gruppo prog.

(parole di Bruce Soord)

 

The Pineapple Thief
From UK

Discography
Abducting the Unicorn (1999)
137 (2001)
Variations on a Dream (2003)
10 Stories Down (2005)
Little Man (2006)
What We Have Sown (2007)
Tightly Unwound (2008)
Someone Here Is Missing (2010)
All The Wars (2012)
Magnolia (2014)
Your Wilderness (2016)
Dissolution (2018)
Versions Of The Truth (2020)
Give It Back (2022)
It Leads To This (2024)