Quando hai iniziato a suonare? Vieni da una famiglia di musicisti?
Non vengo da una famiglia di musicisti, se non per il fratello di mio padre e mio nonno che suona la fisarmonica. Ma tutti in famiglia amano la musica e mi hanno portato in un negozio di strumenti quando avevo solo cinque anni. Ho provato il pianoforte ed è nata subito una forte attrazione che mi ha portato a lunghi studi classici, spesso anche noiosi, per essere in grado di scrivere melodie che potessero andare bene per i film o le radio. Ho lasciato il conservatorio più o meno due anni fa, quando ho firmato il mio primo contratto discografico.
Quali sono le memorie musicali a cui sei maggiormente legato?
Ho composto le mie prime canzoni all'età di dodici anni e farle ascoltare ad amici e parenti, ascoltando il loro parere, è stato importante per me. Ricordo bene anche tutte le volte che sono stato preso emotivamente da certa musica. Dipende, non faccio molta pratica... anche perché mi sono innamorato dell'arte di manipolare e registrare suoni. Mi esercito al piano circa tre ore al giorno.
Perché hai deciso di pubblicare una versione aggiornata di 'Absent Minded'?
Ho pensato che 'Piano Works' fosse una buona idea per mostrare arrangiamenti semplificati delle canzoni che avevo composto ed alllo stesso tempo farne ascoltare di nuove, registrare in una notte con un set molto vicino a quello del live. Puoi apprezzare la differenza degli arrangiamenti, da quelli semplici ed intimi agli altri maestosi e stratificati. Personalmente li amo entrambi.
Ti ho visto al Kex Hostel durante Iceland Airwaves e lo show è stato brillante. Cosa ricordi di quell'esperienza?
Sono cresciuto a Reykjavík ed il festival è sempre uno dei momenti più belli dell'anno. È amato da così tanti islandesi e sono stato felice di essere scelto da KEXP perchè sono un grande fan delle loro sessioni e della cura che ci mettono. È stato senza dubbio uno degli highlight della mia carriera anche se avrei preferito suonare e mixare lo show meglio, ma c'è sempre tempo per migliorare.
Da dove nasce l'ispirazione per scrivere certa musica? Cerchi di trasmettere un messaggio speciale?
Non c'è necessariamente un messaggio in ogni canzone che scrivo ma più un certo feeling che desidero trasmettere. Con 'Staircase Sonata' per esempio volevo rappresentare positività in un momento difficile. Il mio studio si era allagato e quindi valeva anche per me. Per me è più semplice comporre quando mi sento in un certo modo. Non importa che sia felice, solo, ottimista o malinconico.
Chi è Birta?
Birta significa portatrice di luce. È un pezzo che ho scritto durante il primo giorno dell'estate che in Islanda è un momento importante. Nel nostro paese in tanti soffrono di depressione stagionale quando è costantemente buio. Durante l'inverno abbiamo luce solo per un paio di ore al giorno. La mia piccola cagnolina si chiama Birta e quindi volevo che il pezzo avesse un carattere eccentrico, finendo come un valzer da scatola dei giochi.
Come componi solitamente?
Personalmente compongo sempre al piano. Uso il cellulare per registrare alcune note vocali che poi riascolto in seguito e utilizzo per arrangiare meglio il pezzo, sia per il piano che per gli altri strumenti. Sono in grado di scrivere solo quando sento l’ispirazione che tende ad arrivare quando non sono stressato o preoccupato.
Ritieni che l’accessibilità della musica su internet, con iPhone, Spotify e vari servizi di streaming, sia positiva o negativa per la musica classica in generale?
È un’arma a doppio taglio. Sono felice che la mia musica possa essere così accessibile ma allo stesso tempo può essere pericoloso, specialmente quando vuoi essere inserito in certe piattaforme. C’è un’abbondanza di musica per pianoforte al giorno d’oggi e le nuove tecnologie di streaming stanno cambiando il modo con cui scriviamo musica. Nell’era dei singoli, sono ancora un fan degli album come mezzo di trasmissione della musica. Cerco sempre di comporre arte che abbia un significato e questo non cambierà mai.
Com’è stato lavorare con Bergur Þórisson? Ti piacciono gli Hugar?
Oltre ad essere un amico, è un ingegnere sonoro molto intelligente e talentuoso. Anche Pétur è un amico e sono entrambi dei ragazzi molto in gamba. Abbiamo realizzato assieme il rework di ‘Bára’.
Chi sono i tuoi artisti neoclassici preferiti?
Senza dubbio Jóhann Jóhannsson, Max Richter e Ryuichi Sakamoto.
Chi sono I musicisti islandesi con cui vorresti disperatamente collaborare?
Hildur Guðnadóttir, Sigur Rós - Jónsi o Kjartan Sveinsson in particolare - e Björk.