-Core
WIZRD
Norvegia
Pubblicato il 29/11/2022 da Lorenzo Becciani

Per cosa sta il vostro nome?
(Karl Bjorå) Abbiamo semplicemente giocato attorno al termine “wizard”. Non significa nulla, abbiamo solo pensato che fosse divertente! Spesso abbiamo suonato ‘The Wizard’ dei Black Sabbath e per certi versi è un omaggio a questa band grandiosa.
(Hallvard Gaardløs) Karl e Axel sono degli autentici maestri con i loro strumenti e quindi è adatto.

Come è nata la band? Qual era la vostra visione quando avete iniziato? 
(Karl Bjorå) Io, Hallvard e Axel abbiamo formato la band quando studiavamo al conservatorio jazz di Trondheim. In realtà doveva essere il trio di accompagnamento per il saggio di Hallward, ma abbiamo pensato di continuare. Volevamo suonare in una band che adattasse all’improvvisazione jazz le nostre influenze primarie in ambito rock. Vegard si è aggiunto alle tastiere dopo un paio di anni e l’obiettivo è fondere le nostre influenze in modo organico.

Quali sono le vostre prime memorie legate alla musica? 
(Karl Bjorå) E’ difficile sceglierne solo alcune, ma essere in un gruppo di giovani musicisti che si supportavano a vicenda è stato meraviglioso. Siamo tutti cresciuti ascoltando band come Black Sabbath, Led Zeppelin, Iron Maiden e Metallica ma nel mio caso amavo anche John Coltrane, soprattutto col quartetto degli anni ‘60. L’ho sempre visto come una sorta di versione hard rock del jazz e dischi come ‘A Love Supreme’ e ‘Sun Ship’ sono tra i miei preferiti di sempre. 
(Hallvard Gaardløs) Mio padre ascoltava musica di vario tipo su vinile quando ero piccolo. Venivano a trovarci i suoi amici e parlavano ascoltando musica tutta la notte.  Era eccitante per me. Ricordo che ballavo ascoltando ‘Aja’ degli Steely Dan e magari mi addormentavo con ‘The Future’ o ‘Ten New Songs’ di Leonard Cohen. Era magico.

Quali sono le vostre influenze principali? 
(Hallvard Gaardløs) Amo sia  Mahavishnu Orchestra che Motörhead, Yes e White Denim, con un pizzico di Coltrane. John McLaughlin e la  Mahavishnu Orchestra siano le stelle guida.

Quando avete cominciato a comporre le tracce per il debutto? É stato un processo complicato?
(Karl Bjorå) Pezzi come ‘All Is As It Should Be’ sono addirittura risalenti al 2012, ma non hanno visto la luce finché non è nata la band. Buona parte del materiale è nato da jam, in cui ognuno ha aggiunto qualcosa fino al risultato finale. Contribuiamo tutti al songwriting e Hallvard scrive i testi. Non lo definirei un processo complicato. Immagina quattro bambini un po’ cresciutelli che giocano con qualcosa di eccitante. 

Perché avete scelto un titolo come ‘Seasons’? 
(Hallvard Gaardløs) Mi fa pensare all’ascolto dell’album dall’inizio alla fine. Ci sono tanti elementi, stili e nozioni diversi al suo interno, anche se poi alla fine suona omogeneo. É come se il disco si muovesse di stagione in stagione durante l’anno. I contrasti sono parte dello stesso ecosistema e ogni stagione ha il suo scopo.

Dovendo presentare il disco a qualcuno di totalmente profano, avendo l’opportunità di scegliere una sola traccia, su quale puntereste?
(Karl Bjorå) Per me ‘Lessons’ e ‘All Is As It Should Be’. 
(Hallvard Gaardløs) Sì, queste due tracce mostrano le diverse vibrazioni della band. ‘Lessons’ arriva diretta, catchy e un po’ stravagante. É pop confezionato in un pacchetto rock e la adoro. È una  presa in giro dell'intero movimento New Age. Essendo figlio di contadino, a volte trovo il tutto un po' egocentrico. È stato solo un modo per divertirmi un po'. ‘All Is As It Should Be’ è piena di energia e improvvisazione. Sono entrambe importanti e mostrano bene chi siamo. 

Qual è stato il momento più eccitante delle sessioni di registrazione?
(Karl Bjorå) Lavorare con Martin Horntveth è stata una grande opportunità visto quello che ha fatto con i Jaga Jazzist. Ha una grande energia! 
(Hallvard Gaardløs) E’ stato bellissimo lavorare insieme. Martin è pieno di risorse e idee creative. Il suo ruolo nell’album non poteva essere sovrastato. E’ davvero il nostro George Martin. Anche Matias Tellez è stato superbo in fase di mixaggio. Abbiamo dato loro la possibilità di aggiungere elementi o compiere scelte artistiche.

Pensate che le componenti jazz e progressive aumenteranno in futuro?
(Karl Bjorå) Non pensiamo troppo al fatto che la nostra musica sia jazz, prog, pop o rock. Più che altro ci interessa manifestare la nostra musicalità. Detto questo, sono sicuro che il prossimo disco includerà entrambe le componenti.  
(Hallvard Gaardløs)  Sono d’accordo. Mi piacerebbe lavorare ancora ad una raccolta di canzoni omegenee, sia dal punto di vista sonoro che da quello lirico. Un po’ come Pete Townsend faceva con gli Who o come ‘2112’ dei Rush. Quindi un po’ di prog ci sarà.. 

Di cosa parla ‘Spitfire’? 
(Hallvard Gaardløs) Devo essere onesto, il testo è un po’ spinto, almeno per me. È ispirato a ‘Turbo Lover’ dei Judas Priest quindi immagina un po’..

Come siete entrati in contatto con Karisma Records? 
(Hallvard Gaardløs) Il seguito dell’etichetta sia in Norvegia che all’estero è notevole quindi abbiamo sempre pensato che fosse perfetta per noi. Sono un grande fan dei  Jordsjø e dei Wobbler. 

Che tipo di show dobbiamo aspettarci dai WIZRD?
(Karl Bjorå) I nostri show sono davvero esplosivi! Ci consideriamo soprattutto una live band. Speriamo di potere venire presto in Italia.  
 

WIZRD
From Norvegia

Discography
Seasons - 2022