Come stai Ben?
Vivo la solita vita miserabile.
Vedo che hai un sacco di dischi alle tue spalle. C’è tanta roba degli anni ‘90?
Sì, qualcosa. Ma più degli anni ‘70 e ‘80. Un sacco di heavy metal e hard rock.
Perché avete impiegato così tanto a tornare in studio?
Ci sono tante ragioni, ma la prima è la più importante. Non abbiamo alcuna voglia di affrettare le operazioni quando realizziamo un album. Siamo stati impegnati nelle celebrazioni del venticinquesimo anniversario della band e poi è arrivata la sospensione dell’attività dal vivo e Martyn ha lasciato la band. Puoi capire quindi che ci sono stati anche altri motivi dietro a questo ritardo ma il più importante è che ci siamo presi il tempo necessario per pubblicare esattamente l’album che volevamo. In passato è capitato una volta di dovere affrettare i tempi e non siamo rimasti soddisfatti, di conseguenza non ripeteremo più quell’errore.
Quando avete cominciato a comporre i nuovi brani?
Più o meno due anni fa. Siamo entrati in studio a Novembre dello scorso anno e prima di consegnare il master all’etichetta abbiamo provato qualche brano dal vivo per vedere se funzionava come avevamo in mente. Stare in studio è divertente, ma siamo nati per andare in tour e incorporare nel migliore modo possibile la musica che ci piace. Nei nostri dischi puoi trovare retaggi dei Black Sabbath o degli Slayer così come di Pink Floyd o Celtic Frost. Non c’è niente di strano. È bello potere fare ciò che ci piace dopo quasi trent’anni.
Sei un appassionato di sci-fi vedo..
Sì, adoro quella roba. Stavolta ho cercato di dare un’impronta leggermente differente ai testi. Parlano di orrore cosmico, di missioni nello spazio e futuro distopico e sono un modo per descrivere l’alienazione che stiamo sperimentando al giorno d’oggi. L’Inghilterra fa schifo e non credo che in Italia stia andando molto meglio. Ho letto che il Papa ha fatto un commento stupido sugli omosessuali e non mi stupisce. Mi chiedo però a chi debba importare quello che dice visto che Ucraina e Russia si stanno bombardando a vicenda. Gaza è sotto attacco da settimane e nessuno dice niente. Sono esausto quando torno a casa da lavoro, odio vedere la televisione e una delle poche fonti di sollievo è la musica. Quando sono a casa non vedo l’ora di potere ripartire in tour e viaggiare con la band. Vedere la gente sotto palco o incontrare i fan dopo i concerti mi emoziona ancora. ‘1984’ di George Orwell rimane uno dei miei romanzi preferiti.
Quando scrivevo su Psycho ricordo che ci riunimmo in redazione per promuovere una rubrica demo di valore e una delle musicassette che il sottoscritto suggerì con determinazione fu quella degli Our Haunted Kingdom. Non riuscimmo però mai a pubblicare la recensione perché nel frattempo arrivò nei negozi ‘Frequencies From Planet Ten’.
Bei tempi quelli. Eravamo molto diversi da adesso, sicuramente più influenzati dallo stoner rock. Non avevamo obiettivi particolari se non quello di divertirci con la musica che amavamo. Ricordo che Joe era già un eccellente chitarrista ma Martyn non aveva mai suonato in una band prima di allora. Nessuno di noi aveva grande esperienza e quindi c’erano grandi possibilità che andasse malissimo. Invece siamo ancora qui e, anche se Martyn ci ha lasciati, non abbiamo smarrito i valori di inizi carriera.
Come avete sostituito Martyn? É stata una partenza dolorosa?
É stato tutto molto amichevole. Veniva da un periodo difficile e ci ha chiesto di fare un passo indietro. Non c’è voluto molto per trovare un sostituto. Volevamo qualcuno che si integrasse nella band al di là del suo contributo tecnico e Harry ci ha dato certezze in entrambi gli ambiti. Ognuno di noi ha un background differente. Io sono più nel metal, mentre Joe ama Led Zeppelin e Jimi Hendrix e Chris è più nel mondo punk e adora Discharge e Black Flag. Harry ha un mix di queste influenze ed è un eccellente bassista. Con Martyn siamo ancora amici. Vive a pochi isolati da casa mia e l’altro giorno abbiamo guardato la partita dell’Inghilterra insieme.
Anche per te è stato un periodo delicato.
Due anni fa ho deciso di dire basta con alcol e sostanze. Ho cambiato il mio stile di vita perché ero diventato troppo aggressivo. Faccio palestra, bevo solo acqua e tutto questo ha avuto un effetto positivo sul mio modo di cantare.
Avete lavorato con Mike Exeter. Volevate un sound particolare?
É un fenomeno. Ha collaborato con Black Sabbath e Judas Priest e ci ha dato i consigli giusti quando ne avevamo più bisogno. Poi il suo studio è in campagna e volevamo allontanarci da Londra per non avere nessun tipo di distrazione. Quando si parla di sound non è sempre semplice definire ciò che vogliamo, ma un mix tra ‘Vol. 4’ dei Black Sabbath e ‘Dopes To Infinity’ dei Monster Magnet è un buon inizio.
Quali sono stati i concerti più memorabili di recente?
Siamo stati in Australia ed è stato fantastico! Poi per l’anniversario abbiamo suonato in Giappone e anche lì l’accoglienza è stata eccezionale.
(parole di Ben Ward)