La prima domanda è d’obbligo, visto il titolo dell’album. Credi nella reincarnazione?
Devo premettere che sono una persona molto spirituale, sebbene non sia affatto religioso. Sono cresciuto con un’educazione cattolica perché mia madre insegnava religione ma non credo in Dio o cose simili. Preferisco credere in grandi poteri. Basta guardarsi attorno per rendersi conto che ci sono tanti aspetti della nostra vita che non possiamo descrivere. Un grande potere è anche l’esistenza dell’arte e della musica. Non puoi vederla, ma puoi ascoltarla e ti connette con le altre persone. Comunque non credo nella reincarnazione. Il mio punto di vista è di rilassarsi e vedere cosa accadrà. ‘Post Mortem’ è legato al titolo dell’album precedente. ‘Himmelfahrt’ in tedesco significa ascensione ovvero il momento in cui Gesù Cristo sale in paradiso. Siamo partiti da questo perché pensavamo che sarebbe stato l’ultimo disco dei Subway To Sally. Dopo trent’anni ci ritenevamo alla fine del nostro percorso, invece si è acceso qualcosa. L’energia che si è sprigionata è stata contagiosa e il feedback che abbiamo ricevuto dai nostri fan eccezionale.
Come sono nate le nuove canzoni?
In maniera molto rapida. Come ti dicevo ‘Himmelfahrt’ avrebbe dovuto essere il nostro ultimo album. Abbiamo riflettuto molto sull’opportunità di pubblicare qualcosa dopo la pandemia, ma una volta uscito eravamo già con la mente a cosa sarebbe venuto dopo. In passato non avevamo mai impiegato così poco a produrre un disco. Ci siamo letteralmente fatti trascinare e ognuno di noi si è divertito tantissimo durante il processo.
Dobbiamo quindi considerare ‘Post Mortem’ come la naturale progressione rispetto a ‘Himmelfahrt’?
Sì, assolutamente.
Siete stati dei grandi innovatori, soprattutto per la scena tedesca, che si parli di medieval rock o semplicemente di folk rock.
É stato davvero unico. Siamo stati una delle prima band a suonare certe cose e ne abbiamo influenzate diverse che hanno contribuito ad alimentare la scena. In un modo o nell’altro quello che abbiamo fatto ha avuto un impatto forte sull’operato di altre band e posso dirti che guardando al passato siamo stati dei veri innovatori. All’epoca eravamo instancabili. Anche oggi diamo tutto quello che abbiamo dentro per la band, ma ad inizio carriera non avevamo niente. Ci siamo costruiti tutto da soli e il successo che abbiamo ottenuto ha superato di gran lunga le nostre aspettative. Ancora oggi è difficile definirci, non siamo così catalogabili ed è per questo che non avremmo mai pensato di avere così tanto riscontro.
Il migliore pregio del disco secondo me sta nel fatto che sembra un live album ma di inediti e non di vecchie canzoni. La produzione è incredibile e il suono organico come se foste sul palco di un festival.
È bello sentirtelo dire perché è proprio quello che volevamo. Alla fine lo facciamo soprattutto per noi stessi. Perché ci piace e ci divertiamo ancora, poi naturalmente se riceviamo dei complimenti o vediamo che tante persone apprezzano la nostra arte ci fa piacere. Napalm ci sta promuovendo molto bene. Per dieci anni siamo stati senza label e aveva i suoi lati positivi ma anche i lati negativi.
Dove avete girato il video di ‘Stahl auf Stahl’?
Lo abbiamo girato in un castello nel Sud Ovest della Germania, non lontano sia dal confine con la Francia sia da quello con l’Olanda. Il proprietario del castello è un fan del medieval rock e quindi ci ha fatto un ottimo prezzo. Siamo stati anche fortunati col clima, visto che le riprese sono state effettuate in Ottobre.
A parte ‘Stahl auf Stahl’ quali pensi che siano i pezzi chiave del disco?
Personalmente adoro ‘Phönix’, ma credo che starà ai nostri fan deciderlo e sono convinto che almeno quattro-cinque pezzi possano diventare dei punti fermi delle nostre setlist. In generale il disco ha un feeling medievale accentuato e delle liriche impegnative.
Visto che parlavamo di scena tedesca in precedenza, cosa pensi dell’avvento dei Rammstein? Alcuni parlano addirittura di scena pre-Rammstein e post-Rammstein..
Ha senso quello che dici, perché prima era tutto più underground. Se sei una band tedesca, canti in tedesco e usi le chitarre finirai prima o poi per essere identificato o paragonato con i Rammstein. La loro esplosione è stata positiva perché ha aperto tante porte e spinto persone di tutto il mondo ad ascoltare musica in tedesco e non per forza in inglese. Poi sono d’accordo che ormai siano diventati un po’ una moda.
(parole di Simon Michael)