Come è nata l'idea di un progetto tanto epico?
Mentre stavo facendo le mie ricerche per 'Flowers From Exile' mi sono imbattuto in materiale riguardante la sofferenza dei rivoluzionari spagnoli e l'esilio francese. Questo mi ha spinto a realizzare 'Nos Chants Perdus' ma dopo avere consacrato due album su tale argomento sentivo di non avere ancora raggiunto il mio obiettivo. Alla fine di un certo percorso puoi trovare una strana essenza oscura, connessioni sconosciute, qualcosa di veramente complicato da sondare. Per questo ho deciso di pubblicare una trilogia che rappresentasse il cuore di tutto.
Da dove nasce l'ispirazione principale?
Dalla materia stessa. L'aspetto più difficile è stato dovere descrivere l'indescrivibile, trovare il significato in eventi apparentemente assurdi. Tali difficoltà mi hanno ispirato moltissimo fino alla conclusione del processo. Dal punto di vista musicale i tre album non sono così sperimentali. Ho confidato in un percorso già battuto per rendere il tutto più coeso.
La mia attenzione è stata catturata dal primo verso di 'Aufbruch' nel quale si dice “Give the fruit of your light, for a loat of light, a cross of wheat, for an ageless dream”. Hai cercato fonti di luce differenti stavolta?
Ho semplicemente seguito la mia curiosità e non mi sono fermato dove di solito mi interrompevo in passato. Un tempo avrei cercato di rimanere lontano da certe citazioni troppo accentuate ma questa volta ho voluto andare fino in fondo in questo viaggio politico.
Qual è il tuo sogno eterno?
E' un miraggio di assoluta libertà senza essere governati da nessuno. Una vita priva di avarizia e invidia. Senza odio e guidata solamente da quel raro brandello di generosità che mi è capitato di incontrare durante i miei viaggi o nelle ricerche effettuate per questo progetto.
Quanto tempo hai impiegato per comporre e registrare le canzoni?
Il processo di editing è stato differente rispetto a 'Nos Chants Perdus' e mi sono servito di un mixer analogico senza ingegneri del suono o software di supporto. La mattina cominciavo con chitarra e percussioni, in generale completavo una canzone al giorno e alcune di esse venivano composte la sera prima di essere registrate. Ci sono trentasei brani sull'album e ho impiegato circa quarantacinque giorni per registrare il materiale e ultimare il mixaggio. Metà dei testi sono stati scritti prima che iniziasse la produzione. Avevo un sacco di idee da parte, ricordi di libri letti e versi che sono nati durante diversi mesi di preparazione.
Cold Meat Industry e Trisol sono label molto differenti. E' cambiato il tuo approccio compositivo in questi anni?
E' assolutamente sbagliato pensare che le etichette per cui ho lavorato abbiamo avuto qualunque sorta di influenza sul mio operato. L'unica vera differenza risiede nelle possibilità economiche per quello che riguarda il packaging. Trisol ha naturalmente maggiori opzioni ma su songwriting, testi e produzione sono il solo a prendere decisioni. Non ci sono stati cambiamenti sostanziali anche se non amo ripetermi.
Questa nuova opera è correlata con loro spirito del lavoro di personalità quali Bertolt Brecht, Pablo Neruda, Gustav Landauer e Thomas Mann tanto per fare qualche nome. Come sei riuscito a mantenere così forte il legame tra musica e letteratura?
E' parte stessa dell'arte. Non sto dicendo che i miei lavori possono competere con i più grandi poeti ma sono indebitato nei loro confronti. Cerco di mantenere vivo il loro spirito incorporando alcune delle loro idee nelle canzoni. La musica ti permette di integrare vari elementi e questo è uno dei motivi per cui è così affascinante.
Molti dei tuoi fans fanno parte dello scenario neo folk e della cultura dark in generale. Pensi che 'Die Æsthetik Der Herrschaftsfreiheit' possa aprirti a nuove fasce di pubblico?
E' difficile dirlo. La musica è un disastro di questi tempi. Non è possibile predirre il futuro, spero solamente che riusciremo a vendere abbastanza copie in modo da non perdere soldi. Le persone ascoltano qualunque tipo di musica e la selezione viene effettuata a seconda di diversi gradi di giudizio. Questi elementi sono fuori dal mio controllo e non me ne curo da molti anni. Sarò grato a chi apprezzerà il mio lavoro ma se non verrà compreso andrà bene lo stesso.
Percepisci in modo negativo il senso di appartenenza a questi movimenti?
Non mi sento parte di nessuna scena. Odio essere associato a qualche movimento specifico anche se certe associazioni fanno comodo per fissare concerti. Per fortuna ci sono ancora individui che a livello underground riescono a fare la differenza prendendosi rischi, organizzare eventi, aprendo etichette e così via. Il loro contributo è enorme.
Cosa pensi dei presunti collegamenti tra neo folk e ideologie neonaziste?
Credo non ci sia bisogno di sottolineare il fatto che non sono una persona di destra, considerando che molte delle mie opere sono dichiaratamente anti-totalitarie. Chi mi supporta lo sa perché non l'ho mai nascosto anche se non voglio che il mio passi per un progetto politico. Non mi piace la politica, vedo alcune band underground con chiare simpatie neofasciste e anche se non le condivido hanno il diritto di esprimere quello che pensano. Quando è nato il neo folk non vi era l'immaginario di adesso, nessuno pensava che avesse senso supportare figure totalitarie. In ogni caso gran parte di quella musica è terribile e quindi si autodistruggeranno. I reali neofascisti non si curano dell'arte, cercano uno spazio per le loro visioni e lo troveranno in qualche modo. Ci saranno sempre discussioni sull'appartenenza di nazisti alle sfere goth e metal. Ci sono idioti dappertutto. L'importante è fare capire alla gente che certe ideologie le porteranno alla catastrofe e all'oblio. La mia musica vuole costruire i ponti tra le persone e non distruggerli.
Perchè hai registrato tutto il disco con strumentazione analogica?
E' stata una specie di coincidenza perché nello studio in cui ho lavorato c'era quell'apparecchiatura. L'ho trovata una modalità di lavoro rinfrescante.
Quali sono le differenze principali tra i tre capitoli?
I tre album sono diversi come suoni e atmosfere. Il primo è molto crudo e diretto. E' stato anche il più complicato da mixare. Il secondo è più vario mentre il terzo è davvero pulito. Ho fatto in modo che avessero un suono unico e distintivo. Anche se il focus è legato al tema affrontato sarebbe stato noioso se si fossero assomigliati.
Prova a recensire 'The Merchant Fleet' per i nostri lettori..
E' uno dei miei pezzi preferiti e uno dei migliori che abbia mai scritto. Ho trascorso parecchio tempo lontano da casa e la canzone è un tributo agli amici che ho conosciuto quando ero al mare. Sono sempre stato affascinato dal mare, quando vivi Moby Dick a nove anni decisi che dovevo fare il marinaio.
Perché dovremmo dubitare della nostra sincerità?
Ci sono molti motivi per farlo. Dovremmo sempre ricordare che tutto quello che facciamo ha uno scopo, che sia sconosciuto oppure pubblico. E' facile rimanere attanagliati nell'egocentrismo. Immagino che dovremmo sempre dubitare delle nostre azioni.
Qual è la lingua migliore per diffondere i tuoi sentimenti?
Direi l'inglese ma dipende dalle circostanze. Per questa nuova trilogia non avrei potuto tradurre alcuni spoken word perché il tedesco ha indubbiamente più forza. Ogni lingua porta con sé una tradizione, uno stile di vita e una eredità culturale.
(parole di Jerome Reuter)