Dopo Berlinguer – La grande ambizione, IOSONOUNCANE presenta Lirica Ucraina, la colonna sonora del documentario omonimo di Francesca Mannocchi, seconda uscita e volume numero 7 della sua nuova collana “Il suono attraversato”, dedicata alla produzione dell’artista sardo delle musiche scritte negli ultimi anni per cinema, teatro e sonorizzazioni . Francesca Mannocchi, una delle migliori corrispondenti di guerra in Europa, continua il percorso che l’ha portata a raccontare diverse zone di conflitto, dalla Libia al Libano, all’Iraq e, più recentemente, all’Ucraina. Lo fa con un documentario che parte dalle strade di Bucha, la città martire in cui la reporter è entrata solo due giorni dopo la liberazione dalle truppe occupanti russe.
Lirica Ucraina uscirà il 21 febbraio per Numero Uno (Sony Music) e Tanca Records (Trovarobato).
Mannocchi, con la sua straordinaria capacità di vivere tra la popolazione locale e di conquistarne la fiducia, vuole raccogliere e raccontare le piccole storie dei sopravvissuti, gli unici a conservare la Memoria. Raccontare una guerra significa ascoltare chi sopravvive, perché sulla loro pelle, più che sui cadaveri estratti dalle macerie, è impressa la Verità.
Lirica Ucraina è un’immersione nelle sofferenze e nelle verità indicibili, nel sapore acido della vendetta e nella fatica del perdono che l’uomo vive durante un conflitto. Quello stesso uomo che in tempo di guerra si trasforma in un essere terrificante e oscuro, che ci invita a metterci in discussione.
“Francesca mi ha coinvolto nel lavoro su Lirica Ucraina fin dal principio, quando ancora si trattava di ragionare su un’idea di massima. Siamo amici da parecchi anni ormai, e spesso ha utilizzato miei brani nei servizi che realizza per la tv. Non c’è stata quindi alcuna specifica indicazione da parte sua, solo la proposta di fare liberamente quanto sentissi.
Ho lavorato inizialmente su lunghe sequenze di immagini accorpate per tema o anche solo per tipologia di luce e colore. Ho fatto un lavoro di ricerca anzitutto su uno specifico timbro di sintetizzatore.
Nel film ci sono nove momenti musicali, alcuni molto lunghi. Non c’è un tema ricorrente: a ritornare sono piuttosto certi timbri frastagliati di sintetizzatore e alcuni microscopici frammenti vocali che incalzano percussivi.
La mia voce compare in due brani, trasfigurata e frastagliata, come attraversasse infinite distese metalliche di rovine ed edifici sventrati per giungere a chi ascolta“. Jacopo Incani
In questa colonna sonora scritta per un documentario, non compressa nei tempi narrativi di un film, la musica amplifica con tutte le sue potenzialità il ruolo lirico ed evocativo delle immagini, facendosi contrappunto dello sguardo dell’autrice. Questa colonna sonora è a tutti gli effetti un disco di musica strumentale di IOSONOUNCANE.