-Core
Northside 2024 - Friday

Dopo un primo giorno di festival davvero intenso e aver dormito solo quattro ore mi sono recato a Eskelunden con la speranza che il clima fosse leggermente migliore. Mentre vi scrivo ho ppena visto passare nel backstage Angélica Garcia e devo dire che è molto interessante. Il programma è sicuramente molto vario e c’è di tutto, oltre il diluvio. 

Il pop melenso e l'autotune a manetta di Uro al rap abrasivo di Afskum, che si è impossessato facilmente del Nova. Un salto all'Echo ed i ritmi cambiano totalmente. Benjamin Clementine con la sua voce soul da brividi, giacca bianca e mani fatate ha incantato i presenti e, nel giro di un'ora scarsa, a strappare consensi è toccato prima ai Clockworks, col loro post-punk derivativo ma sicuramente efficace, e poi ai Malk de Koijn, una sorta di House of Pain moderni con testi grezzi e bassi rotondi.

La pioggia non cessa di cadere, in tanti nel backstage guardano Alcaraz-Sinner e nel frattempo Vince Staples perde il confronto a distanza con Lil Simz, che l'anno passato dominò largamente tra i rapper in gara. Il suo flow non è male, ma troppo scontato per fare la differenza in maniera globale. Mi ha colpito invece molto di più Angélina Garcia, da poco tornata nei negozi con ‘Gemelo’ e capace di proporre vocalizzi che si muovono tra pop, jazz e indie con una bella batterista rock alle sue spalle. Minigonna in pelle, cosce al vento e personalità da vendere. Nella speranza che smetta di piove mi sono recato allo stand indiano e ho preso un buonissimo Butter Chickenfree. Prezzi bassi e pasti più che decenti. Uguale a ciò che avviene in Italia insomma..

Una ottima impressione me l'hanno fatta i Parcels, australiani dediti ad un electro-pop contagioso, che non avevo mai visto dal vivo ma, signori, il concerto di questa edizione del Northside (non me ne vogliano i Massive Attack che saliranno sul palco a fine serata) è stato quello dei The Smile. Faccio sul serio fatica a descrivere ciò che ho visto. Le prime tre canzoni ero nel pit per le foto, difficili perché Thom Yorke era lontano e lo stage di Astra è altissimo, e già da lì mi ero reso conto che stava per accadere qualcosa di speciale. Quando si è sciolto Jonny Greenwood, imbracciando l'archetto di un violoncello per suonare la sua chitarra come Jonsì dei Sigur Ros, è partita una roba sovrannaturale. Un mix tra Radiohead, Pink Floyd, Neu!, Can, post-punk, jazz, progressive rock. Chiamatelo art-rock, chiamatelo progetto parallelo. Fate un po' quello che volete. Gli autori di ‘A Light for Attracting Attention’ e ‘Wall Of Eyes’, tra i dischi dell'anno per Suffissocore, hanno pochi eguali al mondo. Nella loro musica c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno per estraniarci dal mondo schifoso in cui viviamo. Arte, creatività, sperimentazione, coraggio, condivisione, passione..

Saranno anche un progetto parallelo ma i Radiohead, che amo alla follia, li ho visti tre-quattro volte e basta a questi livelli.

Non fosse sufficiente, a chiudere la serata in maniera assolutamente pazzesca ci hanno pensato i Massive Attack, che si sono portati dietro Horace Andy, Deborah Miller (clamorosa in ‘Unfinished Sympathy’) e soprattutto Elisabeth Fraser. La voce di un angelo ha accompagnato alcuni dei singolo più importanti della band. ‘Black Milk’ e ‘Angel/Safe From Harm’ sono stati gli apici assoluti ma lo show non è stato caratterizzato dal minimo calo di tensione. 

Palco incredibile, mega tecnologico con invettive politiche e sociali, oltre a riferimenti continui ai testi delle canzoni. Produzione enorme, suoni puliti nonostante i volumi altissimi, capaci di togliere il fiato alla decine di migliaia di persone presenti. Le ultime due volte che avevo visto gli autori di ‘Protection’ e ‘Mezzanine’ era stato in Italia e mi dispiace, non voglio infierie ma non posso fare altrimenti, il paragone non regge. Il problema, se vogliamo chiamarlo problema, di queste band è che hanno un impianto visivo-sonoro da brividi. Dietro ai loro spettacoli c’è una visione e dalle nostre parti è impossibile rispettarla. Difficile che qualcosa cambi e per vedere concerti di questo tipo c’è bisogno di prendere l’aereo. L’anno scorso era stato il turno dei Chemical Brothers e stavolta dei Massive Attack. Poco cambia, se non che è sempre manna dal cielo per chi vive di musica, in tutti i sensi. 

Questa la scaletta do Robert Del Naja e soci:


Risingson
Girl I Love You 
Black Milk
Hymn of the Big Wheel
Take It There
Future Proof
Voodoo in My Blood
Song to the Siren
Inertia Creeps
ROckwrok
Angel
Safe From Harm
Unfinished Sympathy
Karmacoma
Teardrop
Levels
Group Four

Di seguito trovate gli altri report:

https://m.suffissocore.com/scspecial/123/northside--intro

https://m.suffissocore.com/scspecial/124/northside--thursday

https://m.suffissocore.com/scspecial/126/northside--saturday

https://m.suffissocore.com/scspecial/127/northside--the-crowd