A mezzogiorno la press area era già aperta. Giusto il tempo di scattare due foto e farmi accompagnare sui miei divanetti preferiti, che è partito un diluvio allucinante. Qui il clima cambia ogni dieci minuti quindi è bene essere preparati. Ho già incontrato degli italiani, a dimostrazione che il festival sta diventando sempre più internazionale. Cellulare in carica, fotocamera pronta, cappuccino caldo e sono pronto a raccontarvi una prima giornata incredibile. La partenza del festival non è stata delle più semplici. Un violento acquazzone si è abbattuto su Eskelunden e ha costretto a ritardare lo show dei Love Shop. Molto più interessante comunque il duo Ung-Skab al Nova. La vera sorpresa è stata invece vedere i Royal Blood sul palco alle due del pomeriggio. Il pubblico ha risposto alla grande - qui in Danimarca il debutto ha venduto tantissimo - e la produzione più accessibile dell'ultimo lavoro in studio non ha affatto inficiato la potenza della performance. L’anno scorso è uscito ‘Back To The Water Below’, il primo album prodotto unicamente da Matt Kerr e Ben Thatcher e, almeno in apparenza, pensato per fare bene dal vivo. La riprova è stata sul palco dell’Echo, assolato come non sarebbe più accaduto in seguito, con un set bilanciato tra i vari successi in carriera che ha avuto i suoi apici in corrispondenza delle nuove ‘Mountains At Midnight’ e ‘Pull Me Through’. Dopo le melodie vecchio stampo di Lucky Lo, un po’ stucchevoli per verità, è arrivato il momento di Stefflon Don, che ha letteralmente rapito l'attenzione dell'arena, dominando la scena dal primo all'ultimo secondo. Nella sua proposta i bassi giocano un ruolo fondamentale almeno quanto la tutina di diamanti che le avvolge il notevole culo. Buona la voce, ma spesso i tecnici abbassavano il volume quando cantava, e spettacolare l'impianto scenico. Divertente anche per chi odia il genere.
Sarà curioso vedere come sarà accolto il debutto ‘Island 54’, in uscita su BMG questi giorni, che arriva nei negozi dopo che la rapper di origini giamaicane aveva rilasciato i due mixtape ‘Real Thing’ e ‘Secure’. Dopo l'esibizione divertente dei norvegesi Kaizers Orchestra, più interessati a trovare maschere a gas nei mercati d’antiquariato che a mutare una formula che funziona fin dai primi anni 2000, sul palco di Astra è salita Danielle Balbuena, in arte 007 Shake, e le adolescenti sono andate fuori di cervello. La rapper lanciata da Kanye West sembra preoccuparsi più di trasmettere autenticità al proprio pubblico che delle canzoni. Un paio di volte si è dimenticata il testo e spesso ha lasciato che le basi facessero il suo lavoro. Lo show è stato però di grande impatto, vuoi per i bassi fenomenali e vuoi perchè le tracce di ‘You Can’t Kill Me' sono molto più prodotte e arrangiate delle precedenti. ‘Skin And Bones’ è stata accolta con una vera e propria ovazione e le visual hanno contribuito a rendere epico uno show di cui si discuterà a lungo. L'organizzazione del festival ha definito Troye Sivan la popstar perfetta. Dopo qualche doveroso scatto sono però corso al tendone del Nova per non perdermi neppure un attimo del concerto degli Shame. Di loro ho un ricordo bellissimo. Una performance pazzesca al Gamla Bíó di Reykjavik durante Iceland Airwaves ed in questi cinque anni la band è cresciuta ulteriormente, piazzando due colpi da novanta come ‘Drunk Tank Pink’ e ‘Food For Worms’. Cibo per vermi appunto, sputi, lacerazioni, calci e spinte. Post-punk vero. Non quello per ragazzini che troppo spesso viene promosso negli USA e, ancora peggio, nel Regno Unito. Sono serviti due minuti per capire il motivo per cui gli inglesi sono stati fatti esibire al Nova e non su uno dei due palchi principali. Molto semplice. Perché al Nova hanno potuto fare tutto ciò che è nella loro essenza ovvero spaccare strumenti e amplificatori, tirare cavi fino all'infinito, saltare per aria col rischio di rompersi una gamba e gettarsi in mezzo alla folla a più riprese. Come al solito Charlie Steen e Josh Finerty sono stati i trascinatori della band e pezzi come ‘Alibis’, ‘Tasteless’ e ‘Snow Day’ hanno scaldato non poco la temperatura del festival. Da brividi la chiusura di ‘Gold Hole’. Avrebbero potuto suonare altre due ore e nessuno dei presenti si sarebbe perso un solo istante.
Un po' di cibo indiano, tutto rigorosamente biologico e plastic-free, ed è arrivato il turno di Slowdive e MØ. Il gruppo guidato da Rachel Goswell, da poco tornato nei negozi con l'eccellente ‘Everything Is Alive’, ha smorzato i toni, puntato luci blu fortissime sul pubblico e reso l'atmosfera alquanto tetra, ma non per questo meno elettrica. Nick Chaplin al basso, con indosso una t-shirt dei Depeche Mode dell'epoca di ‘Songs Of Faith And Devotion’, ha dato più volte la scossa mentre la cantante tendeva a nascondersi il più possibile dietro a microfoni, strumentazioni e candelabri. Il concerto perfetto prima dei Pulp. Le canzoni di ‘Motordrome’ mi girano ancora in testa e Karen Marie Aagaard Ørsted Andersen, per tutti MØ, si è confermata una performer di primo livello. Senza dubbio pop e commerciale, ma adatta anche agli appassionati di altri generi, grazie ad un’energia smisurata. Una maglietta bianca molto aderente, sguardi ammiccanti nei confronti delle prime file, una voce sensuale ma determinata e anche per lei bassi enormi. I tempi della collaborazione con Major Lazer sono lontani eppure il suo successo non accenna a diminuire. In molti attendevano Jarvis Cocker e la sua band. Di sicuro i nostalgici del brit rock anni ‘90 (anche se gli autori di ’Different Class' hanno una storia più estesa rispetto a tanti colleghi dell'epoca. Il frontman, con dietro una scenografia sempre diversa e importante, ha mostrato grande lucidità, prestanza e desiderio di fare bene. La voce ha retto e, anche se ormai sembra più un personaggio di un film di Guy Ritchie, i fan hanno risposto presente. Un po' meno gli altri membri ai quali probabilmente l'età avanzata pesa un po' di più. In ogni caso uno show dignitoso con buona pace degli organizzatori, in vista di un venerdì con nomi di assoluto richiamo come The Smile e Massive Attack.
Di seguito trovate gli altri report:
https://m.suffissocore.com/scspecial/123/northside--intro
https://m.suffissocore.com/scspecial/125/northside--friday
https://m.suffissocore.com/scspecial/126/northside--saturday
https://m.suffissocore.com/scspecial/127/northside--the-crowd