Ultimo giorno. La memoria non verrà cancellata. Ormai stravolto, innamorato di questa terra, coinvolto fino all'ultima stilla di energia dai solo travellers e seriamente preoccupato del trauma post-ritorno sul suolo italiano mi sono ancora una volta lasciato andare alla musica ed a tutti gli input culturali che provenivano dal festival giunto al glorioso termine. Nel pomeriggio ho seguito Trptych e Sturle Dagsland per poi dirigermi alla Vodafone City Hall e mischiarmi alla folla in una serata premiata dall'aurora boreale. Un fenomeno ottico, causato dall'interazione tra particelle cariche di origine solare con la ionosfera, che in pochi sono riusciti a vedere e che inevitabilmente mi ha spinto a paragoni al limite dello spirituale sulla mia presenza in quel luogo in questo preciso periodo dell'anno. Un altro elemento che ha reso speciale la partecipazione all'Iceland Airwaves. Non ho visto Árni Vector, Brillantinus e Lord Pusswhip di cui ho sentito un gran bene così come ulteriore riscontro hanno avuto ancora Teitur Magnússon, Árstíðir e Sykur.
Una volta alla Main Hall, nei pressi della BSI, sono rimasto stordito dal volume a cui veniva emanata la musica dei Vök. Synth a palla, la voce di Margrét Rán Magnúsdóttir che echeggiava ovunque e la sensazione che quei singoli arriveranno presto dalle nostre parti. Sul palco principale si sono poi susseguiti Agent Fresco – a detta di molti colleghi i vincitori morali del festival - Úlfur Úlfur e Sleaford Mods prima del delirio finale con Hot Chip e FM Belfast. Arnar Freyr Frostason e Helgi Sæmundur Guðmundsson hanno sfruttato al meglio il palco grande e hanno dato vita ad un party bollente. Il duo originario di Nottingham sinceramente non mi ha impressionato. Provocanti le rime, grassi i beat ma Jason Williamson ripete sempre le solite mosse e Andrew Fearn non fa assolutamente nulla sul palco. Un lavoro complesso come 'Key Markets' avrebbe richiesto una presentazione articolata e non una performance tanto fredda. Il collettivo londinese invece si è reso protagonista di un concerto superlativo facendo ballare per un'ora tutti i presenti come se fossero i Chemical Brothers. Tempo di extreme chill upstairs con Skurken. Tempo di saluti.
Un po' di tristezza ma la consapevolezza di avere trascorso una settimana da sogno all'insegna della musica e il desiderio di rivedersi il prossimo anno. La richiesta di accredito naturalmente è stata già inviata e la risposta non tarderà ad arrivare.
(parole di Lorenzo Becciani)