Qualcosa tra Nicole Hummel e Mute Records non ha funzionato e la musicista di origini russe ha deciso di tornare a pubblicare musica su Sacred Bones, etichetta indipendente statunitense per cui era uscito l'esordio 'The Spoils'. 'Okovi' potrebbe essere quindi considerato un ritorno alle origini ma il pop apocalittico di oggi, venato di industrial e goticismi anni ottanta, è decisamente più evoluto a quello che la fece conoscere a tutto il mondo. Si passa da melodie geniali a riflussi horror che stroncano sul nascere qualunque tentazione da classifica. Le collaborazioni con Alex DeGroot, WIFE, Shannon Kennedy dei Pedestrian Deposit e Ted Byrnes hanno reso la scaletta più varia e volubile, cangiante nei colori ma sempre estremamente cupa, tra omaggi a Björk ('Ash To Bone') e arrangiamenti per archi che contrastano con un accentuato minimalismo ('Witness'). Da brividi 'Exhumed' e 'Wiseblood', oltre al singolo 'Soak' (che rimanda ai tempi di 'Conatus') e la riflessiva 'Remains', ma chi ha avuto la fortuna di ammirare dal vivo Zola Jesus sa benissimo che è quella la dimensione in cui riesce a dare il meglio di sé. Tutto il talento emerge come una improvvisa eruzione vulcanica ed allora tutte le considerazioni sullo stile, le scelte di produzione o l'affinità con una tendenza elettronica piuttosto che un'altra svaniscono di colpo.