Un album più metal per i liguri che dovevano confermare quanto di buono mostrato con ‘Kosmo’ e ‘Inusto’ e lo hanno fatto arricchendo ancora di più gli arrangiamenti, avvalendosi di numerosi guest, e dall’altra parte esasperando il lato oscuro delle loro composizioni. Tra gli altri Elisabetta Boschi (flauto), Micol Picchioni (arpa), Gabriele Boschi (violino), Benedetta Torre (soprano) e Tommy Talamanca (chitarra) hanno contribuito ad impreziosire undici tracce che mettono in luce la perizia tecnica di musicisti come Jacopo Rossi, bassista anche di Dark Lunacy e Antropofagus, e Oinos, drummer ex Sadist e Cayne. Il tutto orchestrato da Paolo Puppo che omaggia le sue influenze progressive death con soluzioni melodiche inconsuete e spesso anticonvenzionali spingendo il vocalist Deimos, ex Reventant, ad abbattere i propri limiti. ‘Throne Of Mekal’, ‘Banquet Of Eternity’ e la conclusiva ‘MLKM’ si distinguono come le vette espressive di un lavoro in studio impeccabile, epico e spaventoso, curato nei minimi dettagli eppure dinamico e intrigante. Inoltre, più passano gli anni e più il percorso iniziato con ‘Enchiridion’ appare chiaro e mirabile. ‘Mot’ non è altro che un passaggio verso una maturità ed una completezza che in pochi possono vantare e non solo sul territorio italiano ma pure all’estero. Da supportare incondizionatamente.