‘Ballate Per Piccole Iene’ è il settimo album d’inediti degli Afterhours. Sono ormai da dimenticare le ‘sfuriate’ tipiche di alcuni pezzi dei primi album (‘1996’ e ‘Sui Giovani d’Oggi Ci Scatarro Su’) ed anche le tentazioni pop che tanto li resero famosi alla fine della decade scorsa (‘Non E’ Per Sempre’). Siamo al cospetto di album molto maturo, che approfondisce ed incupisce le tematiche esistenzialiste trattate già nel predecessore ‘Quello Che Non C’è’. Nelle dieci tracce si evince una totale cinica disillusione riguardo se stessi (le piccole iene sono proprio loro), riguardo l’Amore che viene ad essere considerato quasi come un bisogno chimico e paragonato all’uso ed al bisogno di stupefacenti (‘La Sottile Linea Bianca’, ‘Ci Sono Molti Modi’). Una disillusione che sa di rassegnazione e quindi alla consapevolezza di essere persone comuni in mezzo a persone comuni. Di fronte a tutto ciò cade anche la divinizzazione del cantante antieroe che muore all’alba dei trent’anni (‘è solo sangue e non magia’, ‘Il Sangue Di Giuda’). Musicalmente siamo di fronte ad un lento e sinistro incedere che potrà annoiare totalmente un determinato tipo di ascoltatore oppure traghettarlo verso lidi obliosi dai quali sarà poi difficile un facile ritorno alla realtà. Da notare la collaborazione con Greg Dulli (Afghan Wings), che ha portato i nostri ad un lungo ed estenuante tour in Europa e negli States.