Un’opera eccelsa di indietronica e arte trasversale. L'artista sardo si mette a nudo e concede alle stampe un triplo vinile di rara bellezza, che segna un'evoluzione rispetto a ‘DIE’ ed offre notevoli spunti di riflessione sul panorama indie italiano. Negli ultimi sei anni Jacopo Incani ha pubblicato uno split con i Verdena (nel quale ha ripreso ‘Diluvio’ e ‘Identikit’ da ‘Endkadenz’), collaborato al disco perpetuo di Gianni Maroccolo (per la magistrale ‘Tundra’) e anticipato l'uscita del nuovo album con un sette pollici contenente ‘Novembre’ e la cover di ‘Vedrai, Vedrai’ di Luigi Tenco, ma soprattutto ha lavorato duramente per rendere concreta la sua ambiziosa visione. ‘Ira’ è infatti il risultato di un processo maniacale che si dipana lungo diciassette tracce e per quasi due ore di musica. Una scelta editoriale anacronistica, coraggiosa e politica, eppure la musica scorre solenne e fluida e gli arrangiamenti sono uno più intrigante dell’altro, tra ritmi pulsanti, melodie arcaiche, stratificazioni futuristiche ed una drammatica e livida consapevolezza delle frontiere che condizionano la nostra esistenza. L’ascoltatore non è solamente spettatore di ciò che accade ma parte integrante di una ricerca sonora intuitiva, cosmica e cosmopolita, intrecciata con la poesia e l’avanguardia elettronica. Il linguaggio di Iosonouncane non è certo immediato però è alla portata di tutti e, sebbene sradicato e confuso o basato su un lessico occasionale, e viene proposto come lo strumento necessario per affrontare un viaggio fisico e mentale che non sarà possibile scordare. Anche se alcuni momenti lasciano davvero sbalorditi sarebbe un insulto nei confronti dell’autore citare un paio di episodi più meritevoli degli altri. Questo perché ‘Ira’ è pensato come un infinito assolo psichedelico, un canto leggiadro sacro e pure profano destinato a giungere lontano. Inutile sottolineare il profilo internazionale di questa release e quanto sia odioso constatare la presenza di artisti del genere in una scena italiana rapidamente dissoltasi tutte le volte che qualcuno ha provato a definirla tale. Un capolavoro assoluto che fisserà gli standard qualitativi per numerosi anni a venire.