Un mini di esordio assolutamente eccezionale che fa luce su un’altra realtà semi-conosciuta del panorama nordico. La proposta dei norvegesi è un ibrido bilanciato alla perfezione tra metalcore, post-hardcore e alternative rock e la loro produzione non sembra certo quella di un gruppo alle prime armi ma quella di colossi dell’industria moderna come Nothing But Thieves, Bring Me The Horizon o Architects. Naturalmente i ragazzi possono ancora crescere ma i suoni sono spaventosi, la voce di Jonas Hansen è incredibile e le liriche di sfondo politico-sociale riescono ad aggiungere quello che spesso manca a buona parte della concorrenza. Nel complesso anche il minimo elemento di queste quattro tracce è curato in maniera maniacale e sarà quindi curioso capire in quale direzione si muoveranno i Fixation, la cui immagine ricorda un po’ gli Imminence, e ci auguriamo di vederli presto dalle nostre parti, magari di supporto a qualche altra realtà interessante in casa Indie Recordings come Atena o Halcyon Days. Per il momento però possiamo godere dell’incisività fuori dall’ordinario di ‘Neurosis’ e ‘Survive’ oppure degli spunti progressive di ‘Bloodline’. In chiusura abbiamo invece ‘What Have We Done’, promossa con l’eccellente videoclip girato da Ulvar Gansum, il cui verso principale ricorda: “This is not the price for our sins. This is not part of gods plan.It's not natures way. This is what we have done. And it keeps on getting worse..”