Il gruppo guidato da Evan Anderson Berry, attivo pure con Immortal Bird e Earthen, riesce a fondere in maniera alquanto eccentrica ma allo stesso tempo efficace influenze symphonic metal e retaggi progressive, risultando piuttosto originale sia negli arrangiamenti che nello stile compositivo. ‘Epigone’ è chiamato a chiudere la trilogia iniziata con ‘Sleep At The Edge Of The Earth’ e proseguita con ‘Veil Of Imagination’. Quest’ultimo ha ottenuto notevoli consensi, sia in patria che sul mercato europeo, e per compiere il definitivo salto di qualità serviva un aggiornamento della produzione. Operazione riuscita grazie a tracce come ‘Exhaler’, introdotta da un arpeggio folk e presente anche in versione synth mix, e ‘Passenger’, esaltata dalle orchestrazioni di Wayne Ingram, che suonano moderne ed incisive pur essendo legate ad un approccio fondamentalmente old school. Il pezzo più vicino ad un singolo è senza dubbio ‘Identifier’ e la maestria degli americani sta soprattutto nel saper suonare cinematici ed evocativi senza per questo rinnegare le proprie radici heavy o evitare di includere passaggi estremamente tecnici ed aggressivi. In scaletta trovano posto esperimenti coraggiosi come la suite ‘Distraction’ e la cover di ‘Everything In Its Right Place’ dei Radiohead.