Esordio su lunga distanza per la one-man band originaria di Nantes, che aveva dato alle stampe l’EP ‘Vile’ due anni orsono e di recente ha pubblicato anche uno split con i Simulacre. Il mix tra thrash old school (‘Cheating The Hangman’ potrebbe tranquillamente appartenere al catalogo dei Toxic Holocaust) e black metal melodico proposto da Nicolas “Baurus” M. riporta indietro nel tempo alla seconda metà degli anni ‘80 dove i Bathory ed i Sepultura pubblicavano alcuni dei loro masterpiece e il verbo del black cominciava a diffondersi nel circuito metal estremo. ‘Chroniques Du Royaume Avili’ introduce una scaletta caratterizzata da un’attitudine selvaggia e malvagia, ben descritta dalla copertina di P.M. Loveland, con qualche intermezzo acustico e una serie divagazioni nell’epic metal che non guastano affatto. La narrazione a cura di Andreea Dinag contribuisce a settare l’atmosfera e la preoccupazione più grande, mentre si scorrono le tracce, riguarda la trasportabilità dal vivo considerata la consistenza strumentale di certi passaggi (‘Dans La Forteresse Du Roi Des Vers’ e ‘Vêpre I’).