Col passare degli anni la line-up degli emiliani è mutata attorno al cantante e chitarrista Lorenzo Gulminelli, attivo pure con i The Secret, ed al batterista Ben Tellarini, col risultato che la band è cresciuta in termini di carattere e personalità rispetto a ‘Mass Grave’, ma soprattutto ha messo sostanzialmente da parte le influenze sludge e hardcore degli esordi in favore di un blackened death metal di rara efficacia. ‘Death Siege’, giunto nei negozi dopo un periodo non certo semplice, sublima quanto pubblicato fino adesso spingendo agli estremi ed agli apici un po’ tutti gli elementi distintivi dell’approccio compositivo del gruppo, che ha trovato in Season Of Mist un’ottima etichetta per promuovere all’estero la propria musica. ‘Seeds Of Vengeance’ e ‘Devil Incarnate’ possono vantare un impatto enorme, ‘Nemesis Of Thy Mortal’ mi ha ricordato certe cose dei Revocation mentre Fabio Carretti (Blood Of Seklusion, Human Improvement Process) si supera in ‘Bloodbath Compendium’ e nella title track. Gli intrecci espressi nella copertina di Abomination Hammer sono probabilmente evidenti anche nel mixaggio operato da Alex Conti, però gli Hierophant hanno guadagnato in compattezza, un valore che era già palese nel mini ‘Spawned Abortions’, e la bellezza del loro nuovo lavoro in studio è l’essere costituito di dieci tracce pazzesche, che prese una per una sono perfette per le playlist dei servizi streaming, ma allo stesso tempo essere superbo da ascoltare dall’inizio alla fine.