Un mini di debutto intrigante quello del misterioso progetto che fonde influenze afrobeat, post-punk, rap e math rock (le assurde geometrie di ‘Octagon’) con riferimenti a classici del passato, ma anche a film, libri ed ambientazioni moderne. Pur essendo un gruppo decisamente “stripped off”, diretto, live oriented, è evidente che ci sia una tecnica importante alla base del progetto. Solo così si possono citare realtà come Battles, Minutemen e Tortoise senza sfigurare. Al di là delle maschere che sembrano quelle di qualche wrestler di seconda categoria, i Fiesta Alba non sbagliano un pezzo. Picchiano duro quando c’è da picchiare duro e ammaliano quando invece i tempi si fanno leggermente più rilassati e la tensione si abbassa per poi rialzarsi immediatamente. Sono punk, ma della vecchia maniera. Le collaborazioni con Nicholas “Welle” Angeletti (‘Laundry’), Tha Brooklyn Guy (per il pezzo migliore del lotto che si intitola ‘Juicy Lips’), Kylo Osprey (‘Dem Say’) e Thomas Sankara (‘Burkina Phase’ e l’omaggio a Steve Reich) rendono la scaletta ancora più coinvolgente e la voglia di vederli dal vivo cresce di ascolto in ascolto.