Come le cascate del ‘Niagara’. I flussi di coscienza e l’elettronica dei bolognesi si riversano sull’ascoltatore con una portata fuori dall’ordinario. Il loro terzo lavoro in studio, che segue di quattro anni ‘Fuori Dalla Giungla’ e di un paio ‘Iperfamiglia’, si rivela di una bellezza unica, costruito su pezzi che guardano al passato (‘Palazzi’) ed altri che al contrario spingono il progetto verso un futuro sempre più ambizioso (‘Cristallo’ e ‘Pazzi’). Marta Moretti canta divinamente ed al suo “libera tutti” il pop elegante ma allo stesso tempo oscuro di Tersø si insinua tra le nostre certezze. Il risultato è un’instabilità ballabile, un continuo camminare in bilico tra sonorità estere e cantautorato di casa nostra con una fluidità che andrebbe bene di supporto ai Depeche Mode così come per dipingere di verità le scene di una puntata di Love Club. Le discoteche evocate dal duo, quelle che nascono dal nulla tra le mura e le strade delle nostre città, non hanno smarrito il proprio fascino ed i ritornelli clamorosi che caratterizzano la scaletta fanno di tutto per non esplodere mai totalmente e lasciarci in un limbo tra realtà e sogno. Un gruppo che non si pone più alcun limite e che dovrebbe stare ai primi posti delle classifiche.