La storia di Jerome Reuter parla da sé. A seguito dell'invasione segreta del Donbass da parte della Russia, il musicista neofolk lussemburghese ha incluso regolarmente varie città ucraine nei suoi tour europei. Inoltre, ha tenuto esibizioni da solista a Kiev e Odessa solo pochi giorni prima dell'invasione su vasta scala della Russia nel febbraio dello scorso anno; un momento in cui i residenti e i visitatori stranieri sono stati fortemente sollecitati a lasciare immediatamente il paese. Pochi mesi dopo, dopo aver suonato in diversi spettacoli di beneficenza online a sostegno dell'Ucraina, è tornato per un'apparizione da solista ed è stato così il primo artista straniero a suonare uno spettacolo completo sul suolo ucraino dall'inizio della guerra. L’apparizione è stata utilizzata per raccogliere donazioni per un rifugio per rifugiati a Lviv, dove la band è di recente tornata. È quindi evidente che le registrazioni dell’ideale successore di ‘The Lone Furrow’ siano state molto emozionanti, sentite, cariche di frustrazione e condizionate dall’amore per una terra e dal desiderio di vederla finalmente libera. Una forma di libertà “fisica”, che Jerome Reuter ha sempre voluto al fianco di quella “mentale”. Fin dai primi anni di carriera il suo approccio compositivo e il suo modo di esporsi e di rapportarsi col pubblico e con la scena neofolk lo hanno reso unico e ‘Gates Of Europe’ è un’altra gemma in una discografia invidiabile. ‘Yellow And Blue’ e ‘Eagles Of The Trident’ sono i pezzi più potenti della prima parte di scaletta. Poi arrivano ‘Whom The Gods With To Destroy’, che mi ha fatto immediatamente pensare al periodo di ‘A Passage to Rhodesia’, e ‘Our Lady Of The Legion’ e l’ascolto cambia, muta colore e pesantezza, diviene doloroso e avvilente. I testi di ‘The Ballad Of Mariupol’ e ‘The Brightest Sun’ sono incredibili ed il senso di abbandono che si prova quando le ultime note di ‘Archives Of Silence’ affondano nel silenzio sono la riprova dello spessore artistico di un artista che meriterebbe una considerazione ancora più elevata di quella già importante ottenuta finora.