‘Fireborn’ è un prodotto che potrebbe funzionare. Proviene dalla Finlandia, uno dei mercati che fatica di più a morire soprattutto per quanto riguarda il metal, e ha tutte le caratteristiche peculiari di quella scena. Anzi, a dirla tutta sarebbe sufficiente citare Amorphis e Sonata Arctica per far capire molto dei Valkeat. A pubblicare il loro evocativo secondo full lenght è poi Reaper Entertainment, un’etichetta guidata da gente esperta che può vantare nel proprio roster formazioni del calibro di Warmen, Memoriam e Metal Church. Nella presentazione del disco si parla dell’album in grado di guidare una nuova generazione di Modern Folk & Symphonic Metal finlandese. Questa affermazione mi fa sorridere ma non ci sono dubbi sul fatto che i Valkeat abbiano compiuto dei passi in avanti notevoli rispetto all’esordio. Tra l’omonimo lavoro di sei anni fa e questo non c’è proprio storia. Songwriting, produzione e mixaggio sono progrediti e le potenti orchestrazioni hanno reso il sound della band guidata da Miikka Virtapuro più competitivo con quanto esce all’estero. Le quattordici canzoni in questione, ben bilanciate tra atmosfere oscure e cinematiche ed un gusto melodico spiccato, sono state registrate ai mitici Sonic Pump Studios di Helsinki, sotto la supervisione di Tuomas Yli-Jaskari (Lost Society, Smackbound), e alcune di esse - su tutte ‘Tribe’ e ‘Thunderbird’ – sembrano avere le qualità per distinguersi nelle playlist di settore.