Sono trascorsi cinque anni dalle “straight to vinyl” sessions di Iceland Airwaves, quando Ásgeir invitò musicisti come JFDR, Júníus Meyvant, Bríet e aYia nel suo studio di Reykjavík e sono del parere che questa versione lo-fi di ‘Time On My Hands’ possa essere definita il riflesso di quell’esperienza. Il successore di ‘Bury The Moon’ è stato riscoperto in veste ancora più autentica, registrando in acustico con un semplice quattro tracce, un po’ come si faceva quando molti di noi non erano ancora nati e si faceva la storia della musica, e raggiungendo il perfetto equilibrio tra dimensione live e intimità. Nonostante il profilo del materiale sia alquanto essenziale, il falsetto armonizzato del cantautore islandese riesce a toccare delle corde emozionali dove in pochi riescono ad arrivare. Quando canta ‘Vibrating Walls’ pare sul serio di sentire tremare tutto, tanto è il trasporto nella sua voce. La sua capacità di sfiorare il pop, assorbirne il significato ma poi gettare tutto il resto, è incredibile e il successo commerciale non ha affatto inficiato un approccio compositivo che è ancora quello di ‘In The Silence’. Tra le versioni che hanno acquisito maggiore potere espressivo spiccano ‘Snowblind’ e ‘Like I Am’ e, se avete amato ‘Time On My Hands’, la sua duplice entità vi farà impazzire.