In Svezia il death metal melodico è citato nelle guide turistiche e gli appartenenti alla scena black metal hanno sempre combattuto a testa alta contro i cugini norvegesi. Il gruppo in questione, fondat4o a Stoccolma otto anni orsono, sta un po’ a metà tra le due dimensioni. Non scopiazza troppo le icone del melodic death ed intinge le proprie trame sonore di cupo black. ‘Mazzaroth’ è il secondo lavoro in studio ed esce per l’etichetta di Nightbearer, Temple Of Dread e Sentient Horror, mostrando qualche spigolo in meno rispet4to a ‘The Great Demise’. Nel contempo il sound dei Sodomisery si è fatto più quadrato e accessibile, con il leader Harris Sopovic (Warheim, ex-Smothered) che svolge il lavoro più sporco appoggiandosi su una sezione ritmica di tutto rispetto, formata dal bassista Paul Viscolit (Diabolical) e dal batterista Viktor Eklund (ex-Smothered). L’ibrido tra Dissection, Hypocrisy e Dimmu Borgir è garantito con grandi bordate e squarci atmosferiche che servono soltanto ad alimentare la tensione. ‘Coming Home’ e ‘A Storm Without A Wind’ sono i pezzi migliori della prima parte di disco, che si accende nuovamente in corrispondenza di ‘Rebuilding’ e ‘Demon In Heaven’. Dubito che i quattro, dal vivo la seconda ascia è imbracciata da Teddy Möller (Loch Vostok, Gauntlet Role, ex-Lou Siffer & the Howling Demons), strapperanno mai un contratto discografico importante, ma se lo meriterebbe, sia dal punto di vista tecnico-compositivo che da quello dell’attitudine, elemento che manca a buona parte delle formazioni moderne. Suggeriti anche se siete fan degli Amon Amarth.