In questi giorni ho letto recensioni entusiaste. Addirittura si parla del migliore disco di sempre degli inglesi o di un ritorno sulle scene della medesima forza e influenza di quella di ‘Painkiller’. Mi viene da sorridere, perché alla fine siamo chiamati a valutare l’opera di vecchietti che non hanno poi molto da aggiungere alla loro invidiabile discografia. Una cosa però va detta. Questo è il vero capolavoro di Andy Sneap. Il chitarrista di Sabbat e Hell, che ha sostituito Glenn Tipton nel Firepower Tour, non ha bisogno di grandi presentazioni come produttore – parlano per lui i lavori tra gli altri di Nevermore, Exodus e Machine Head e per il sottoscritto ‘arc'tan'gent’ degli Earthtone 9 – ma stavolta si è sul serio superato. La chitarra di Richard Faulkner è centrale, almeno quanto la batteria di Scott Travis, e scorrendo le tracce non sembra di ascoltare gli autori di classici come ‘British Steel’, ‘Screaming For Vengeance’ o ‘Defenders Of The Faith’. Sembra di ascoltare dei ragazzini alle prese con l’heavy metal. ‘Panic Attack’ scuote le membra sulla falsa riga dei due-tre pezzi migliori di ‘Firepower’ mentre ‘The Serpent And The King’ e ‘Sons Of Thunder’ sono costruite su dei riff oscuri e minacciosi che dal vivo faranno sfaceli. Molto interessanti anche ‘Crown Of Horns’, più melodica e commerciale, e ‘Escape From Reality’, un ibrido tra Black Sabbath e Judas Priest anni ‘80 che non lascerà indifferenti i cultori del genere. In chiusura confesso di essere molto curioso di come i singoli sapranno piazzarsi nelle playlist dei servizi streaming più rinomati.