Io odio ripetermi. E’ proprio una cosa che non sopporto. Nel caso dei norvegesi però è proprio complesso non farlo. Non solo i loro dischi sono ad un livello qualitativo mostruoso e la sensibilità creativa di Einar Selvik non pare calare nemmeno di poco, ma siamo al cospetto di qualcosa che va ben oltre la musica o l’arte in genere. Scorrendo le tracce di ‘Birna’ - edito a quattro anni di distanza dallo spettacolare ‘Kvitrafn’ e accompagnato dal magnifico blu-ray/DVD ‘Live at the Acropolis’ che mostra il potere magnetico del collettivo in tutta la sua potenza – si fa proprio uno strumento che permette di veicolare i ricordi e rendere il quotidiano fuori da ogni portata reale, sia dal punto di vista temporale che fisico. Non si tratta solo di un sogno, ma del lento svelare dell’intricata storia del rapporto tra gli individui e gli orsi così come di una attenta e profonda contemplazione dello stato attuale di come noi esseri umani ci relazioniamo con la natura in generale ‘Birna’ coltiva l'intuizione che è stata fin dall'inizio al centro della filosofia del leader ovvero seminare nuovi elementi di sapere e conoscenza, rafforzando allo stesso tempo le vecchie radici. Oltre all’immancabile Lindy-Fay Hella, nella lista dei crediti spiccano Jonna Jinton, il coro Koret Artemis e Iver Sandøy. Gli strumenti e la saggezza dei tempi antichi, uniti ai paesaggi sonori moderni ed ai field recordings, offrono una rara opportunità di dirci qualcosa di prezioso su noi stessi. Funziona per ricordare che siamo parte della natura, non al di sopra di essa, e offre un modo di ricordare, non per amore della memoria, ma per acquisire intuizioni nuove e dimenticate. Abbandonatevi a ‘Birna’ e lasciate che sia la Natura a scegliere per voi. Non il contrario.