01. When 02. Ghost Of Perdition 03. Under The Weeping Moon 04. Bleak 05. Face Of Melinda 06. The Night And The Silent Water
CD2:
01. Windowpane 02. Blackwater Park 03. Demon of the Fall
Songs
CD1:
01. When 02. Ghost Of Perdition 03. Under The Weeping Moon 04. Bleak 05. Face Of Melinda 06. The Night And The Silent Water
CD2:
01. Windowpane 02. Blackwater Park 03. Demon of the Fall
È tempo di uscite imprescindibili in casa Peaceville. Così, accanto alla poesia elettrica di "The Blue" dei Novembre, al punk corrotto dai Motorhead dei Darkthrone di "F.O.A.D. " e all’antologia video "20 Year Anniversary Party" dei seminali maestri del doom Candlemass, la label inglese ci offre gli Opeth in una nuova veste, quella live. Una veste che ancora mancava e del quale, con il senno di poi, se ne sentiva la mancanza. Mikael Åkerfeldt, in compagnia del suo fedele manipolo di nostalgici settantiani, ha dato alla luce un doppio album registrato il novembre dello scorso anno al Camden Roundhouse di Londra, che nei suoi solchi ripercorre l’intera discografia della band, eccezion fatta per il solo "Deliverance", lasciando spazio anche alle oniriche vibrazioni di "Through Pains To Heaven" dei tedeschi Popol Vuh. "The Roundhouse Tapes" è Opeth tout court, la celebrazione di un tour, quello di "Ghost Reveries" in cui è ancora presente il chitarrista Peter Lindgren, che li ha tenuti lontano dalla patria Svezia per quasi due anni e li ha visti calcare più di duecento palchi, lungo tutto il perimetro del pianeta. 95 minuti confezionati sui contrasti dove il death metal è in simbiosi con il progressive rock, dove i distorti refrain swedish giocano a rincorrersi con i tritoni acustici , e dove i mellotron e gli organi blues di Per Wiberg fanno rima con i chirurgici ed efferati colpi della coppia ritmica Mendez/Axenrot. Le nove tracce, già in versione studio ricche di pathos contraddistinto da un inconfondibile marchio di fabbrica, in sede live acquisiscono una dimensione fervida che elargisce senza sosta, emozioni trasfigurate che ci portano, come in ogni situazione che si rispetti, a quel “perché” che beffardo salta fuori all’improvviso… Perché solamente nove brani? Perché non accrescere una set-list, già comunque corposa ma non prolissa, al fine di appagare la “fame” dei propri fan? Un quesito che rimane, come rimane il ricordo nelle memorie visive di chi era presente il 9 novembre 2006 al Camden Roundhouse e di chi ha deciso di non perdere questa lauta trasposizione digitale.
1995 Orchid
1996 Morningrise
1998 My Arms, Your Hearse
1999 Still Life
2001 Blackwater Park
2002 Deliverance
2003 Damnation
2005 Ghost Reveries
2008 Watershed
2011 Heritage
2014 Pale Communion
2016 Sorceress
2019 In Cauda Venenum