1). Bullet With A Name 2). There's Going To Be A War 3). The Wreckoning 4). Alive And Kicking 5). Explain Yourself 6). Buscandome 7). To The Pain 8). Ren-dish'en 9). Explain Myself 10). Skin 11). Code Red 12). Wrong Before 13). The Longest Beginning 14). The Shortest Ending
Songs
1). Bullet With A Name 2). There's Going To Be A War 3). The Wreckoning 4). Alive And Kicking 5). Explain Yourself 6). Buscandome 7). To The Pain 8). Ren-dish'en 9). Explain Myself 10). Skin 11). Code Red 12). Wrong Before 13). The Longest Beginning 14). The Shortest Ending
I Nonpoint hanno solo un (grosso) difetto: quello di non riuscire mai a scrivere un capolavoro. Il nuovo disco è la conferma dell’incapacità, o forse solo sfortuna, dei nostri a centrare l’obiettivo della perfezione, traguardo raggiunto solo da chi, nell’ambito crossover/nu metal, è riuscito a plasmare ed evolvere il proprio sound disco dopo disco. Certo, l'evoluzione c’è stata e i Nonpoint ne hanno fatta di strada dall’esordio 'Statement', ma evidentemente questo non e' bastato alla band ispanico-americana per dare alla luce il disco definitivo che tutti noi aspettavamo dopo l'ottimo 'Recoil'. Andiamo con ordine, To The Pain si apre con il bellissimo primo singolo 'Bullet With A Name' che ricorda molto da vicino i RATM di 'Battle Of Los Angeles' e gli scomparsi Reveille. Ad intravedersi nei pezzi più tirati come 'There’s Going To Be A War', 'Buscandome' e 'Explain My Self' sono invece i Downset e il funkycore degli Snot, questi ultimi amatissimi dai Nonpoint tanto da proporre nel live alcune loro cover.A convincere maggiormente sono però songs come 'The Wreckoning ', 'Alive and The Kicking' e la title track, dove la componente heavy è ben bilanciata con la melodia e il bravissimo Elias Soriano dispensa emozioni tra rabbia, sospiri e chorus immediati e mai banali. L’ energia e le buone idee si perdono però nel finale dove i nostri non riescono a mantenere alto lo standard qualitativo della prima meta del disco (difetto principale anche di 'Recoil') e finiscono per regalarci il 'solito' disco bello ma non bellissimo. In fondo l'album è ben sopra la media delle ultime uscite del genere (Sevendust compresi) ma se non ci fossero davvero le grandi potenzialità per far meglio, non sarei poi così esigente...