01. Untitled - 02. Obstacle 1 - 03. NYC - 04. PDA - 05. Say Hello To The Angels - 06. Hands Away - 07. Obstacle 2 - 08. Stella Was A Diver And She Was Always Down - 09. Roland - 10. The New - 11. Leif Erikson
Songs
01. Untitled - 02. Obstacle 1 - 03. NYC - 04. PDA - 05. Say Hello To The Angels - 06. Hands Away - 07. Obstacle 2 - 08. Stella Was A Diver And She Was Always Down - 09. Roland - 10. The New - 11. Leif Erikson
Quel che colpisce immediatamente al primo ascolto di ‘Turn On The Bright Lights’ è la personalità con cui gli Interpol si pongono di fronte al mondo della musica. Si innalzano fin da subito oltre tutte le presunte influenze e derivazioni che sono state loro attribuite e disegnano un loro personale percorso che tocca nel profondo per la sua sentita intimità. Inevitabile cadere in corsi e ricorsi storici nel sentire il tono cupo ed inquietante della voce di Paul Banks, sebbene meno graffiante delle sanguinose profondità di Ian Curtis: il risultato è una sensazione di immersione totale nelle pieghe di un sound estremamente composito nella sua ricerca, quasi minimale, di ricreare atmosfere dilatate, stranianti, quasi ossessive. Anche quando subentrano gli insistiti vortici della parte ritmica, si crea una sorta di sospensione in una dimensione onirica, quasi che il tempo si fermasse ad aspettare che la mente venga completamente rapita. ‘Turn On The Bright Light’ fa riscoprire il fascino della dark-wave conducendoci in apnea attarverso ‘Untitled’, ‘NYC’, ‘Hands Away’, ‘Stella Was A Diver And She Was Always Down’, illuminando la strada con le chitarre inconfondibili di ‘Obstacle 1’, dandoci un po’ di respiro con ‘Say Hello To The Angels’ e congedandosi con la magnifica ‘Leif Erikson’. Un album toccante che ammalia con le tinte fosche di un crepuscolo senza fine.