‘Deep End’ è un disco noioso. Che possiede ben poco della carica gotica del debutto e di ‘The Nightly Disease’ forse il loro punto più alto in questi anni di carriera. I norvegesi tornano con quello che dovrebbe essere il loro album più mainstream e curato e la produzione certo non tradisce le attese. Sono le canzoni che non possiedono niente di quello che le caratterizzava precedentemente e non riescono quasi mai ad affascinare. La stupenda ‘Hold On To You’ scritta insieme ad Angelo Badalamenti è infatti circondata da pezzi abbastanza innocui e superflui quasi come fosse una piccola meravigliosa lucciola che svolazza nel buio della notte più cupa. Sivert Hoyem cerca di imitare Nick Cave fino alla noia e ‘On Your Side’ e ‘Stories From The Streets’ appaiono così drammaticamente scontate. Altri episodi validi la sperimentale ‘The Lost Gospel’ e ‘Hard To Come Back’ (titolo profetico ?) ma è davvero troppo poco per salvare ‘Deep End’. Il legame con i Puressence, con i Radiohead più disincantati, con gli Anathema lontani anni luce dal metal degli esordi tutti svaniti. Improvvisamente. Come se un fulmine si fosse abbattuto dove non avrebbe mai dovuto e avesse cancellato ogni cosa. Adesso i Madrugada hanno perso tutto quello che avevano di speciale. Canzoni come tante altre. Questa la sentenza..