Difficile trattenere le lacrime quando le note di "Glass House" invadono la stanza. L"acido nucleico che contiene le informazioni genetiche necessarie alla biosintesi delle molecole indispensabili per lo sviluppo ed il corretto funzionamento della maggior parte degli organismi viventi viene sempre più spesso chiamato in causa in fatti di scellerata cronaca o nello studio delle malattie. E" così particolare la natura di questo polimero che si fa fatica a pensare alla sua sussistenza dietro alle più piccole cose che governano questo mondo malato. Il terzo lavoro in studio del progetto nato per volontà di Steven Wilson e Aviv Geffen raggiunge un altro livello di estasi appropriandosi di questa terminologia complicata eppure liberale nella sua totale indipendenza. La famiglia di geni dalla quale si profila magicamente il destino di certe opere che restano per mesi nell"aere nebuloso con cui siamo abituati a convivere. Durante l"ascolto è evidente il peso specifico del cantautore israeliano in queste undici tracce alle quali il leader dei Porcupine Tree ha certamente regalato una veste migliore e arrangiamenti da sogno. "Go To Hell" sembra uscire dalle registrazioni del secondo episodio mentre "Rising Of The Tide" e "Dissolving With The Night" rappresentano un fiume di genialità orchestrale al quale abbeverarsi in cerca di un"immortalità che ci sfugge giorno dopo giorno. "Waving" introduce in maniera magistrale le meraviglie progressive di "Far Away" che rappresenta l"incrocio perfetto tra "Lightbulb Sun" e "Dark Side Of The Moon". Anche quando l"album sfiora territori più pop le raffinate architetture che lo sorreggono confermano la grandezza di questo esperimento che non ha precedenti in ambito alternative per longevità e leggiadria compositiva.