Un paio di anni fa avrei suggerito la cancellazione dal pianeta di qualunque entita' sonora catalogabile con il terribile nomignolo deathcore e nel frattempo le produzioni di settore non hanno fatto niente per farmi cambiare idea. Adesso esce il terzo lavoro in studio dei californiani e finalmente avverto segnali di un processo evolutivo in atto. Da una parte l'etichetta appare tutt'altro che interessata a deviazioni di percorso, considerato il successo di vendite di 'The Cleansing' e 'No Time To Bleed', ma dall'altra troviamo un collettivo maturato tecnicamente, piu' consapevole dei propri mezzi e sostenitore di un approccio compositivo che si distingue da quello della concorrenza. 'The Black Crown' e' un signor disco, un album nel quale le chitarre non suonano a vuoto e i breakdown non annoiano dopo pochi minuti. Soprattutto un album che vede un miglioramento pazzesco di Mitch Lucker al microfono e viene illuminato dalla presenza di Jonathan Davis e Frank Mullen. La sublime voce dei Korn esalta le caratteristiche di 'Witness The Addiction' mentre l'ugola marcia dei Suffocation rimbomba nella devastante 'Smashed'. Non e' finita perche' 'Human Violence' , 'Cancerous Skies' e 'Fuck Everything' sfruttano al massimo l'esperienza dietro la console di Steve Evetts ? Poison The Well, Sepultura e Hatebreed tra i suoi clienti ? per disturbare il nostro apparato uditivo. Per la prima volta un disco deathcore riesce ad entusiasmarmi. Stanno proprio cambiando i tempi.