Lo split inatteso con Gene Hoglan aveva gettato ulteriori dubbi sull'efficacia di una formazione che per molti anni aveva fatto a meno del chitarrista e fondatore Dino Cazares ma ascoltando le dieci tracce in questione è evidente che l'utilizzo di una drum machine e l'allontanamento dello storico batterista dei Dark Angel sono la diretta conseguenza del desiderio di avere un maggiore controllo a livello di songwriting. 'The Industrialist' è un disco viscido, caparbio, capace di evocare il ricordo di 'Demanufacture' e 'Obsolete' senza provocare conati di vomito nostalgici. Al contrario il suo pregio migliore è quello di ergersi a manifesto dei Fear Factory di oggi evitando di scopiazzare dal metalcore e apparire consumato dal tempo. Alcuni passaggi suoneranno ridondanti ai più maliziosi di voi ma altri sono veramente da brividi con Burton C. Bell tuttora magnifico protagonista di un movimento cyber metal che non ha intenzione di mollare il colpo. La mente di Divine Heresy e Asesino ha esasperato l'uso della sette corde, scegliendo delle accordature basse pazzesche insieme a Rhys Fulber e dotando il disco di parti decisamente più mature rispetto a 'Mechanize'. 'Recharger' e 'New Messiah' sono i brani che vogliamo sentire dai californiani mentre 'God Eater' e 'Difference Engine' esplodono in tutta la loro ferocia industriale. Prima della stupenda chiusura di 'Human Augmentation' c'è spazio per una traccia elaborata come 'Religion Is Flawed Because Man' che dimostra come un gruppo affermato, se sospinto dai giusti stimoli, possa ancora nutrire un'urgenza di sperimentazione interiore. Non ci resta che verificare se Mike Heller dei Malignancy sarà in grado di portare a termine il suo compito senza perdere l'uso delle braccia.