1. Morte annunciata dell'io
2. Non solamente un'apertura mentale
3. L'amore
4. Cagne
5. Questa distanza
6. Morte del sole
7. Croce
8. Carne
9. Carillon
10. Tecnologici
11. Ultimi istanti
Songs
1. Morte annunciata dell'io
2. Non solamente un'apertura mentale
3. L'amore
4. Cagne
5. Questa distanza
6. Morte del sole
7. Croce
8. Carne
9. Carillon
10. Tecnologici
11. Ultimi istanti
Terza fatica in studio per i Devocka che si confermano anticommerciali e coraggiosi nell'affrontare le loro scelte. La prima parte del disco trascina gli ascoltatori all'interno di un asfissiante teatro del settecento seduti su panche di legno, costretti a volgere lo sguardo verso il palco. Qui il cantante Igor veste i panni del protagonista tormentato e meditabondo smanioso di declamare la sua opera animata da crudeli squarci di vita ordinaria nella quale ognuno di noi è impossibilitato a reagire perchè schiacciato dalla società, dove le coscienze sono aride, dove l'amore è solo una lama pronta ad affondare nella carne. Tra spietati versi poetici e l'impeto vocale con cui questi sono cantati si raggiunge il culmine di un processo in crescendo grazie a sonorità che si intercambiano tra post rock e quegli snodi new wave che hanno caratterizzato la scena italiana negli anni ottanta. Le atmosfere noise, maggiormente presenti nell'album precedente, non sono del tutto scomparse ma risultano meno intense a favore di trapianti più elettronici. Le ambientazioni paranoiche e claustrofobiche iniziano a mitigarsi dopo 'Morte Del Sole' acquisendo una dimensione più live dissigillata dal brano 'Croce' che ci riscalda con le sue chitarre corrosive e con aperture più melodiche. 'Ultimo Istante' chiude i due atti obliando ogni speranza e consacrando la maturità compositiva dei ferraresi con un lavoro dal fascino inquietante.