-Core
Octavarium
Dream Theater
Atlantic/WEA
Pubblicato il 25/02/2006 da Emanuele Biani
Songs
1 The Root of all Evil
2 The Answer Lies Within
3 These Walls
4 I Walk Beside You
5 Panic Attack
6 Never Enough
7 Sacrificed Sons
8 Octavarium
Songs
1 The Root of all Evil
2 The Answer Lies Within
3 These Walls
4 I Walk Beside You
5 Panic Attack
6 Never Enough
7 Sacrificed Sons
8 Octavarium
In Rete mi è capitato di leggere un’esaustiva relazione sui molteplici significati numerologici, simbolici, storici, iconografici e persino esoterici che i DT avrebbero celato o sottinteso tra le canzoni e l’artwork di questo ‘Octavarium’. Avendo già assorbito i contenuti prettamente musicali dell’opera, mi è venuto spontaneo paragonare il gruppo ad un eccentrico team di cuochi sopraffini, che si concentra così tanto su contorno e decorazione da dimenticare la pietanza vera e propria. Volendo essere spietati, quest’ottavo lavoro conferma l’ipotesi che vuole i DT al centro di una seria crisi creativa, fin dai tempi del controverso doppio cd ‘Six Degrees…’. In effetti, se pare chiaro che le sonorità ricordano gli episodi meno intricati del sesto album, per la band newyorchese non sarà facile ammettere che tale staticità contraddice la sua stessa natura progressiva. Oggi parlare dei DT significa analizzare lo psicodramma di sei musicisti tecnicamente formidabili, la cui bravura si riduce ad un mero riconoscimento accademico, di fronte allo sfruttamento di un’identità stilistica logorata dalla lunga assenza di significative innovazioni. Al di là delle ovvie differenze di sound, notevolmente alleggerito rispetto al modesto ‘Train Of Thought’, permane quel fastidioso sentore di deja-vu, che lascia indovinare, fin dal primo ascolto, tempi e modi di ogni stacco melodico e porzione strumentale. In quest’ambito, ci si ritrova disorientati dalla presenza, tra le prime quattro tracce, di due ballate stucchevoli per prevedibilità e buonismo, che evocano lo spettro giuggiolone dell’ultimo Bon Jovi ed acuiscono un imbarazzante senso di noia e smarrimento. Le successive citazioni dei Muse, non a caso un gruppo capace di coniugare composizioni opulente e arrangiamenti scorrevoli, fanno riprendere il volo alle quotazioni del disco, che purtroppo finisce per precipitare comunque nell’interminabile abisso di due brani complessivamente più lunghi di trentacinque minuti. Non è dato sapere se l’obiettiva incompletezza di quest’album riproporrà la questione delle energie artistiche disperse nei numerosi progetti paralleli, solo un fatto pare chiaro e indiscutibile: i DT non producono grande musica da oltre un lustro. La forma uccide la sostanza..
Dream Theater
From USA

Discography
1989 - When Dream and Day Unite
1992 - Images and Words
1994 - Awake
1997 - Falling Into Infinity
1999 - Metropolis Pt. 2: Scenes from a Memory
2002 - Six Degrees of Inner Turbulence
2003 - Train of Thought
2005 - Octavarium
2007 - Systematic Chaos
2009 - Black Clouds & Silver Linings
2011 - A Dramatic Turn of Events
2013 - Dream Theater
2016 - The Astonishing
2019 - Distance Over Time
2021 - A View From The Top Of The World