La forza di un'idea non si misura con le urla di un individuo, ma con i cori del popolo. Gli Amen hanno imparato a memoria questa lezione, facendo tesoro del difetto alla base di 'We Have Come For Your Parents', un lodevole manifesto d'integrità la cui coerenza aveva fatalmente escluso il grande pubblico dalla sua fruizione. 'Death Before Musick' corregge il tiro, spostando il mirino dal furioso hardcore (nu)metallizzato di scuola Ross Robinson all'anima più genuinamente punk della band. Sin dalla produzione cruda ed asciutta, curata personalmente da Casey Chaos e dal chitarrista dei SOAD Daron Malakian (titolare dell'etichetta eatURmusic), è facile intuire un opportuno recupero dei riff essenziali e degli irresistibili anthem che avevano fatto la fortuna dell'omonimo album di debutto. Una vecchia/nuova attitudine alla composizione che viene perfettamente esemplificata dal primo singolo 'California's Bleeding', dal rock'n'roll suicida di 'Oblivion Stereo' e dalla trascinante 'Fuck In L.A.', sorta di 'Kick Out The Jams' (MC5) del terzo millennio. Chaos si conferma autentico mattatore della scena, somatizzando gli strepiti belluini di Jello Biafra e la sordida perversione di Johhny Rotten in un'unica invettiva rivoluzionaria, mentre il resto del gruppo svolge diligentemente le mansioni di distruzione sistematica e marasma organizzato. 'DBM' è la soverchiante prova di forza, in un'epoca soffocata dall'ipocrisia buonista e dall'omologazione globale, di un'entità ideologico/musicale assolutamente indispensabile. Il suo nome è Amen.