Dopo un paio di raccolte, un album discusso come ‘Further’ e un live Ed Simons e Tom Rowlands si sono presi il periodo di tranquillità più lungo di tutta la loro carriera. Senza troppe pressioni e stimolati dal nuovo materiale dei Prodigy i maestri del big beat tornano sul mercato con un vinile da capogiro e una manciata di canzoni che non mancheranno di infiammare appassionati di elettronica e frequentatori di dancefloor. La prima considerazione che emerge dall’ascolto di ‘Born In The Echoes’ è che forse mai come in questo album le influenze di New Order e Smiths sono palesi nelle trame strumentali. La seconda riguarda gli ospiti chiamati ad impreziosire la scaletta tra cui troviamo Q-Tip, che dopo ‘Galvanize’ esalta il nuovo singolo ‘Go’, e Beck, nella splendida ‘Wide Open’ che chiude le danze. ‘Sometimes I Feel So Deserted’ e ‘EML Ritual’ sono destinate a corrompere immediatamente le vostre cellule cerebrali mentre episodi più subliminali come ‘I’ll See You There’ e ‘Taste Of Honey’ possono essere considerati preparatori per le esplosioni di suoni successive. ‘Radiate’ cita ‘Come With Us’ e le voci di Annie Clark e Cate Le Bon mantengono elevato il livello di attenzione in ‘Under Neon Lights’ e nella potente title track. Non è opportuno parlare di miracoli ma la sensazione è che i Chemical Brothers anche stavolta abbiano fatto centro puntando sulla semplicità e la “sporcizia” degli esordi invece che farsi trascinare nel volgo dallo sviluppo delle tecnologie di produzione.