Durante l’intervista con Burton C. Bell ho potuto percepire grande emozione da parte dello storico frontman degli americani. Non so se più per la sua graphic novel, il tour del ventennale di Demanufacture alle porte o queste nuove canzoni che hanno il compito di accendere nuovo entusiasmo attorno alla band industrial metal ma quello che conta è la qualità del materiale che ci è stato messo a disposizione. Almeno tre-quattro pezzi di ‘Genexus’ non sfigurano al cospetto del glorioso passato e la scelta di abbandonare la drum machine e fare registrare le parti di batteria a Mike Heller dei Malignancy non poteva essere più felice. Al suo fianco troviamo Tony Campos chiamato ad impugnare il basso dopo le esperienze con Static-X e Soulfly. Come di consueto la produzione è stata effettuata da Rhys Fulber mentre del mixaggio se n’è occupato Andy Sneap che ha messo in evidenza il corpo dei riff e la compattezza della doppia cassa. Le liriche di Burton C. Bell continuano ad essere evocative e, anche se le soluzioni sviluppate con Dino Cazares non risultano innovative come una volta il successore di ‘The Industrialist’ saprà comunque farci divertire. L’inizio è stellare con ‘Autonomous Combat System’ e se ‘Anodized’ e ‘Dielectric’ suonano un pò scontate, ‘Soul Hacker’ e ‘Church Of Execution’ ci riportano diritti al giugno del ’95 quando uno degli album più belli che abbia mai avuto il piacere di ascoltare veniva pubblicato da Roadrunner Records. Durante le prossime date i Fear Factory lo risuoneranno per intero e vi assicuro che scenderanno tante lacrime.