-Core
Suicide Silence
Suicide Silence
Nuclear Blast - Warner Music Group
Pubblicato il 21/02/2017 da Lorenzo Becciani
Songs
1. Doris
2. Silence
3. Listen
4. Dying In A Red Room
5. Hold Me Up, Hold Me Down
6. Run
7. The Zero
8. Conformity
9. Don't Be Careful You Might Hurt Yourself
Songs
1. Doris
2. Silence
3. Listen
4. Dying In A Red Room
5. Hold Me Up, Hold Me Down
6. Run
7. The Zero
8. Conformity
9. Don't Be Careful You Might Hurt Yourself

So già che mi farò tante risate leggendo le recensioni di quest’album. Sono bastate un paio di anticipazioni in rete e il video di ‘Doris’ per scatenare una ridda di commenti sul presunto cambiamento di stile dei californiani. Il bello è che molti di loro due mesi prima parlavano male del deathcore e davano per finito il suo tempo. Il problema principale è che troppa gente si permette di trarre giudizi ascoltando trenta secondi di streaming o due tracce in mp3 svilendo in tal modo tutto quello che c’è dietro alla creazione di un album, dall’ordine della scaletta all’artwork, dalla produzione alle liriche. Non sono mai stato un fan esagerato dei Suicide Silence che ai tempi di Mitch Lucker rappresentavano quanto di più trendistico e scontato si potesse trovare in circolazione. Dalla sua tragica scomparsa sono cambiate parecchie cose e inevitabilmente l’ingresso in line-up di Hernan Hermida ha condizionato le scelte future. ‘You Can’t Stop Me’ è servito a mostrare al mondo che la band non era finita e sapeva ancora fare male dal vivo. Adesso il combo originario di Riverside ha voluto mettersi alla prova, accettare una sfida tra le più difficili in carriera e per farlo si è rivolta ad un produttore esigente e rivoluzionario come Ross Robinson. Reduce dalle collaborazioni con Sepultura - che non pubblicavano un album dello spessore di ‘The Mediator Between Head And Hands Must Be The Heart’ da quando Max Cavalera decise di levare le tende – Red Fang e Cancer Bats, il nome tutelare del nu metal ha tirato fuori tutta la strumentazione analogica di cui è in possesso e ha cancellato trigger, click track e sample dalla sua agenda. Il risultato è una manciata di tracce deliberatamente caotiche, crude e primitive nelle quali il cantato melodico del frontman prevale spesso. Durante l’ascolto emergono influenze di Korn e Deftones ma soprattutto un guitar work quasi sempre incisivo e la performance stellare di Alex Lopez. In alcuni passaggi recupera addirittura l'ingenuità di 'The Cleansing' mentre in altri si dimostra capace di interpretare con personalità certe soluzioni ritmiche di Tomas Haake e Ray Luzier. I pezzi che spiccano sono senza dubbio ‘Silence’ e ‘Dying In A Red Room’ mentre l'aperto contrasto tra 'Hold Me Up Hold Me Down.' e la lenta e atmosferica 'Conformity' offre uno stimolo in più agli ascoltatori aperti di mente. Chi non lo è continui pure a criticare e ascoltare roba finta.  

Suicide Silence
From USA

Discography
The Cleansing (2007)
No Time To Bleed (2009)
The Black Crown (2011)
You Can't Stop Me (2014)
Suicide Silence (2017)
Become The Hunter (2020)
Remember... You Must Die (2023)