Ci sono band che iniziano fortissimo, si fanno subito largo in ambito internazionale e poi si confermano oppure cadono nel dimenticatoio. Altre band hanno bisogno di maggiore tempo per crescere, trovare un contratto discografico decente e sviluppare un suono personale. I canadesi sono sicuramente di questa seconda fascia; hanno impiegato quattro album e otto anni per costruirsi una fanbase importante ma soprattutto farsi un nome fuori dai propri confini. Non solo ‘Apex’ è nettamente migliore di tutto quanto pubblicato in precedenza, compreso del precedente ‘Time Stands Still’ che li aveva visti esordire su Napalm Records, ma la band guidata da Brittney Slayes ha compiuto un’evoluzione importante mantenendo scream e breakdown della scuola metalcore ma virando nettamente verso il power metal. Le influenze melodic death rimangono ma i chorus sono chiaramente ispirati a quelli che hanno fatto la storia dell’heavy metal tedesco e americano negli anni ottanta. Titoli a parte emergono il guitar work di Grant Truesdell e Andrew Kingsley e l’energia della cantante che dà il meglio di sé in ‘Cleanse The Bloodlines’ e ‘The Coward’s Way’. Con una produzione più coraggiosa, rivolgersi a Jacob Hansen è una garanzia di successo ma anche una scelta di omologazione, gli Unleash The Archers potrebbero compiere un ulteriore passo in avanti.