-Core
Fear Factory
USA
Pubblicato il 10/09/2015 da Lorenzo Becciani

Ti vedo in grande forma..
Faccio esercizi tutti i giorni e sono molto orgoglioso di quest’album. Dopo averci lavorato tanto sono felice di poterlo promuovere. Ho qui con me la tela originale di Anthony Clarkson e devo ammettere che mi trasmette una forte emozione.

Quante canzoni di ‘Genexus’ pensate di suonare nell’immimente tour celebrativo dei vent’anni di ‘Demanufacture’?
Almeno tre pezzi. Siamo convinti che il materiale sia ottimo e possa adattarsi bene alle esigenze di un tour che tutti aspettano da anni.

Qual era la vostra visione prima di comporre le nuove canzoni?
Abbiamo discusso a lungo con Dino su quelli che avrebbero dovuto essere i nostri obiettivi. Non tanto a livello sonoro quanto per la direzione da seguire in termini di concept. Il termine “Genexus” è un ibrido tra “Genesis” e “Nexus”. La parola descrive la prossima transizione della nostra evoluzione quando il genere umano si trasformerà in un essere vivente meccanico. Ray Kurzweil ha previsto che questa singolarità avverrà tra circa trent’anni. A quel punto sarà difficile scorgere le differenze tra uomini e macchine ad occhio nudo. L’altro aspetto importante è che volevamo tornare ad avere un batterista perché non c’è drum machine che sia in grado di ottenere lo stesso risultato. Ci siamo rivolti a Mike Heller dei Malignancy perché Dino l’aveva visto dal vivo ed era rimasto impressionato del suo talento. Al momento di sceglierlo ci siamo informati in giro sul suo conto ed abbiamo ricevuto solo commenti positivi. Direi che in definitiva ‘Genexus’ ha un suono più organico e live come quello di ‘Obsolete’. Allora l’elemento umano fece la differenza e ci siamo rapportati a quell’esempio. In tal senso Andy Sneap ha svolto un lavoro eccellente.

Dove lo avete registrato?
Le registrazioni si sono svolte in diversi studi a Los Angeles. Le voci in quello di Rhys Fulber a Venice. La batteria a North Hollywood mentre chitarra e basso a casa di Dino.

Quanto è difficile mantenere fresca la propria proposta cercando di non tradire i fans che vi hanno resi famosi negli anni novanta?
E’ difficile ma tutto nasce dal rispetto che abbiamo per le nostre idee. Da sempre cerchiamo di rompere ogni barriera ed aggiungere nuovi elementi senza perdere la nostra identità. Credo che una delle qualità più grandi dei Fear Factory sia quella di essere una band immediatamente riconoscibile e dobbiamo essere grati a tutti i nostri fans per averci spinto a questi livelli. Siamo consapevoli che un album come ‘Demanufacture’ ha aperto molte porte e che siamo un’influenza per tante band. Allo stesso tempo pero’ ci comportiamo come se ogni volta fosse il primo album.

In che stato di salute versa la scena industrial a tuo parere?
E’ un ottimo momento anzi credo che presto arriverà una nuova ondata di band. Il fatto che Killing Joke, Godflesh e Combichrist abbiano pubblicato dei nuovi album così validi non puo’ che essere positivo.

Un’altra band a cui sappiamo sei molto legato sono i Ministry. Tutti gli anni Al Jourgensen dichiara il progetto finito e annuncia l’ultimo album o l’ultimo tour per poi ripresentarsi ogni volta con nuove idee. Adesso che si è trasferito a Los Angeles sei preoccupato?
Forse dovrei! A parte le battute è un grande amico e rappresenta un punto di riferimento per chiunque si appresti a suonare questo tipo di musica. Continuerà a lavorare finchè sarà in vita stanne pur certo.

Sei soddisfatto del feedback ricevuto con ‘The Industrialist’?
L’album è stato accolto molto bene ma non abbiamo mai avuto grandi problemi in questo senso. Ho appena terminato una graphic novel ispirata al concept di ‘The Industrialist’ che potete trovare sul mio sito personale. E’ un progetto che porto avanti insieme agli Ascensions Of The Watchers che presto pubblicheranno nuovo materiale.

Sono sempre stato affascinato dal tuo modo di scrivere testi. Sono poesie vere e proprie. Com’è cambiato il tuo approccio come songwriter in tutti questi anni?
E’ molto personale. Non credo sia cambiato. Piuttosto mi piace affrontare il tema del rapporto tra l’uomo e la macchina sotto diversi punti di vista. La passione per il cyber punk e la fantascienza è nata quando ero piccolo. Mio padre mi ha fatto vedere le puntate di Star Trek ed i primi episodi di Guerre Stellari. All’età di sette-otto anni ho cominciato a leggere fumetti sci-fi e quando ero più grande ho visto Blade Runner, Terminator e Robocop che mi hanno entusiasmato. Aspetto con ansia il nuovo capitolo di Guerre Stellari.

Prova adesso a recensire ‘Dielectric’ e ‘Chuch Of Execution’ per i nostri lettori..
‘Dielectric’ è un anthem personale, la cosiddetta “fight song” pero’ con un messaggio estremamente positivo. La corrente elettrica puo’ renderti ancora più forte. Il pezzo è molto diretto e sarà un piacere suonarlo dal vivo. ‘Church Of Execution’ è invece più atmosferico ed il testo è molto importante per me perché come ben saprai sono contrario ad ogni tipo di religione organizzata.

(parole di Burton C. Bell)

Fear Factory
From USA

Discography
Soul Of A New Machine (1992)
Demanufacture (1995)
Obsolete (1998)
Digimortal (2001)
Concrete (2002)
Archetype (2004)
Transgression (2005)
Mechanize (2010)
The Industrialist (2012)
Genexus (2015)
Aggression Continuum (2021)