Sono padre da un paio di settimane e naturalmente sono molto eccitato per questo. Pure te sei padre di molti album. Prima con Creed, poi con Alter Bridge e adesso con Tremonti. Sei sempre eccitato come la prima volta o con il passare degli anni sei diventato più freddo a riguardo?
Non è cambiato molto del mio approccio alla realizzazione di un album ed alla sua promozione. Invecchiando è aumentata la curiosità di sapere come sarà la reazione del pubblico e questo perché non è scontato che piaccia per forza o che tutti comprendano le mie intenzioni.
‘Dust’ è stato registrato durante le medesime sessioni di ‘Cauterize’. Come hai scelto le diverse scalette?
Siamo entrati in studio con venti canzoni da registrare ma non volevo pubblicare un album da tredici canzoni e poi avere sette b-sides. Nemmeno una era inferiore alle altre e così ho avuto l’idea di pubblicare due album. Ho cercato di rendere le scalette simili in termini di dinamiche e stile. Non volevo che qualcuno pensasse che ‘Dust’ contenesse gli scarti di ‘Cauterize’. Al contrario il legame tra i due album è forte e posso affermare che ‘Dust’ è la conseguenza di un processo empirico nato per dare vita al suo predecessore. Elvis Baskette mi ha aiutato a ordinare le canzoni. Per esempio abbiamo scelto di lasciare ‘Dust’ per il secondo album perché contiene uno dei migliori cori e in assoluto il migliore assolo di chitarra delle intere sessioni. ‘My Last Mistake’ è un’altra canzone che mi piace molto ed è stata una delle più complicate da registrare.
A tuo parere quali sono le differenze principali tra i due album?
Direi che su ‘Cauterize’ mi sono concentrato più sul groove mentre ‘Dust’ è decisamente più aggressivo ma si tratta comunque di differenze impercettibili per chi non conosce la mia storia o non ha mai sentito parlare della band. Con Elvis ci siamo sforzati perché i due album si equivalessero il più possibile. Anche dal punto di vista grafico e dei testi sono da leggere in sequenza.
Pensi che seguirai ancora questa direzione sonora in futuro?
Non so ancora che tipologia di materiale pubblicherò in futuro e se i prossimi album sarà heavy come questi. Di sicuro seguirò l’ispirazione come ho sempre fatto. ‘Catching The Fire’ per esempio è un pezzo nato semplicemente seguendo l’istinto.
Cosa hai in mente per promuovere ‘Dust’?
Il prossimo mese comincerà il tour europeo. Dopo di che mi fermerò due settimane e poi mi dedicherò totalmente al nuovo album degli Alter Bridge per cui ho già completato quasi tutte le parti ritmiche. Non posso aggiungere altro ma probabilmente saremo pronti per settembre.
Ai concerti della tua band solista ci sono solo fan degli Alter Bridge oppure hai conquistato qualche nuovo fan?
Il pubblico è composto da gente di tutte le età. Ci sono vecchi rockers e metallari così come ragazzi giovani.
Come bilanci il lavoro di chitarrista con la tua famiglia?
In realtà non è troppo difficile. Cerco di passare del tempo in studio quando i miei figli sono a scuola o stanno dormendo.
Ti ritieni un guitar hero?
Preferisco essere considerato un songwriter come del resto i miei idoli più grandi. Guarda Metallica e Iron Maiden. Sono formati da musicisti tecnicamente formidabili ma a fare la differenza non è stato quello. Sono le canzoni che fanno la storia. Credo di essere migliorato molto sotto questo aspetto e ho creato i Tremonti proprio per non dovere lasciare nessuna idea da parte e potere sperimentare liberamente.
Che rapporto hai con le nuove tecnologie di registrazione?
Mi sono adattato nel tempo. Il mio obiettivo è quello di rendere il più organica possibile la produzione dei miei album e posso annunciarti che per il prossimo lavoro dei Tremonti avrò a disposizione della strumentazione diversa. Non sto troppo dietro ai software e non cerco di finire le canzoni per forza. Registro i demo con ProTools e poi apporto delle modifiche al computer prima di entrare in studio.
Puoi darci qualche informazione in più su Fret 12?
E’ un’etichetta che ha lanciato mio fratello Dan per pubblicare materiale didattico e connettere i giovani che si avvicinano allo strumento con i loro chitarristi preferiti. Fret12 collabora con personaggi del calibro di Jim Root, Clint Lowery e Brent Hinds, i quali hanno contribuito allo sviluppo della piattaforma condividendo le proprie esperienze e le diverse tecniche che li hanno resi famosi.
Qual è stato il momento più importante in tutta la tua carriera fino adesso?
Direi il successo degli Alter Bridge. Dopo un paio di anni di silenzio tornare a suonare dal vivo in arene enormi davanti a migliaia di persone è stato elettrizzante.