-Core
Port Noir
Svezia
Pubblicato il 19/05/2022 da Lorenzo Becciani

Direi di partire dall’inizio della vostra carriera. Come si è formata la band?
È successo tanto tempo fa. All’inizio io e Andreas Wiberg suonavamo in un’altra band ma non eravamo contenti della line-up. Allora abbiamo iniziato a discutere sull’idea di dare vita ad un altro progetto e in una notte abbiamo scritto il primo pezzo. Alla fine del weekend avevamo già girato il video e poco dopo ci ha contattato Anders Fridén degli In Flames dicendoci che aveva creato una piccola etichetta e voleva pubblicare il nostro materiale. Così ‘Puls’ e ‘Any Way The Wind Carries’ sono usciti per Razzia Records. A quel punto abbiamo raggiunto un accordo con InsideOut per il terzo album mentre per ‘Cuts’ la proposta di Despotz Records è stata la migliore. ‘The New Routine’ ha ottenuto un certo riscontro e così abbiamo deciso di rendere ancora più eclettica la nostra proposta osando più che potevamo. 

Nella presentazione dell’etichetta si legge “rock band dalla Svezia..”. Eppure in tanti vi considerano ancora una metal band?
Quando abbiamo iniziato la nostra idea era suonare un ibrido tra progressive metal e rock ma senza alcun limite. Non ci siamo mai fatti condizionare da niente e abbiamo solo pensato a comporre la musica che ci faceva stare bene. Probabilmente rock adesso è il termine giusto perché ci sono diverse anime nel nostro suono, ma comunque il nostro principale obiettivo è apparire contemporanei e potere vantare una produzione fresca e moderna.

Cosa significa avantgarde music?
Non credo di saperlo. 

L’aspetto singolare è che continuate a lavorare solo con metal guys. Daniel Bergstrand (In Flames, Soilwork, Dimmu Borgir) ha prodotto l’album, Magnus Lindberg (Cult Of Luna) lo ha mixato e masterizzato e avete collaborato pure con Fredrik Thordendal (Meshuggah). 
In passato abbiamo suonato sempre in metal band quindi abbiamo contatti solo in quell’ambiente e ci viene naturale contattare persone che conosciamo di persona e di cui ci fidiamo ciecamente. 

Che tipo di suono avete chiesto a Daniel Bergstrand?
Soprattutto un feeling organico. Non ci piacciono i dischi di plastica. Ci piacciono le produzioni alla Deftones o alla Tool. Molto ariose, ricche di spunti tecnici ma organiche. 

Quali sono i gruppi che hanno influenzato maggiormente queste sessioni?
Un sacco di roba diversa. Dal post metal a Kanye West, dai Royal Blood all’hip hop old school.

Prima hai citato i Deftones. Anche Team Sleep e Crosses?
Assolutamente sì. I Crosses sono anche più vicini alla nostra mentalità attuale. 

Perché avete scelto ‘All Class’ come primo singolo?
‘All Class’ è una traccia audace, accattivante e varia. Puoi sentire tanti generi diversi al suo interno. A differenza di molte delle nostre canzoni, è nata abbastanza rapidamente ma possiede una vibrazione e un'atmosfera di cui ci siamo innamorati all'istante.  

In chiusura di scaletta c’è ‘Entertain Us’. Un motto un po’ strano visto il momento di incertezza che stiamo vivendo dal punto di vista dell’attività live. Cosa dobbiamo attenderci da un vostro show?
Non abbiamo ancora definito come sarà il tour promozionale di ‘Cuts’, anche se abbiamo fissato un paio di date e parteciperemo ad alcuni festival estivi. La nostra intenzione è trovare un amalgama tra i pezzi nuovi ed i vecchi, in maniera che tutto il materiale appaia allo stesso livello. 
 
(parole di Love Andersson) 

Port Noir
From Svezia

Discography
Puls (2013)
Any Way The Wind Carries (2016)
The New Routine (2019)
Deep Cuts (2022)