-Core
Sawthis
Italia
Pubblicato il 02/07/2010 da Lorenzo Becciani
Immagino che cambiare nome non sia stato semplice. Ha comportato molti problemi?
Si, purtroppo moltissimi. Il nostro vecchio moniker ha beneficiato di dieci anni di pubblicità ed è impossibile rimpiazzare un tale lavoro promozionale con un giro di news nelle webzine. Senza parlare dell’aspetto puramente economico. Abbiamo dovuto sostituire tutti i nostri account ed abbiamo un album, il nostro precedente eldquo;Fusionerdquo;, che dovrà essere ristampato con un nuovo lavoro grafico. Tutti questi inconvenienti, sono sorti a ridosso dell’uscita del nostro nuovo album eldquo;Egoderdquo;. Insomma, una gran bella scocciatura.
Come siete entrati in contatto con Scarlet Records? Pensate che sia la label giusta per voi?
Quando siamo entrati in studio per realizzare eldquo;Egoderdquo; avevamo sciolto ogni tipo di legame con il nostro precedente staff e non sapevamo come e quando sarebbe uscito. Eravamo pronti a rilasciarlo anche come un’autoproduzione ma sapevamo che, una tale prospettiva, sarebbe stata limitante a livello di esposizione. Quindi, abbiamo fatto girare il promo di eldquo;Egoderdquo; tra gi addetti ai lavori, con cui abbiamo contemporaneamente tentato di instaurare un dialogo. In seguito ci sono arrivate alcune offerte tra cui quella della Scarlet Records. E’ una realtà professionale e consolidata in molti mercati per cui sapevamo che avrebbe saputo valorizzare il nostro lavoro. Per questo abbiamo accolto con grande entusiasmo il loro interessamento.
I miglioramenti rispetto al debutto sono a mio parere evidenti. Quale sono le lacune maggiori che ritenete di avere coperto?
Ti ringrazio, Divine, per le tue parole. Si, in realtà, credo che abbiamo solo asciugato la nostra formula spingendola verso un eldquo;forma canzoneerdquo; più diretta. Le nuove composizioni sono più eldquo;consapevolierdquo; perché trasmettono in modo cristallino le loro prerogative. Abbiamo dilatato il nostro sound lavorando sugli arrangiamenti più che sulla melodia intrinseca delle chitarre ritmiche che invece sono state trattate per incrementare e garantire l’impatto dei brani. Ogni partitura riveste un ruolo specifico e definito e non entra mai in conflitto con le altre ma, anzi, ne enfatizza le peculiarità rendendole più evidenti.
Come descrivereste il vostro suono a chi ancora non vi conosce?
Il nostro è un suono stratificato: Potente, nitido e diretto ma non per questo elementare. Ci sono tanti modi per fruire un nostro brano ed ognuno di questi porta alla luce aspetti diversi di una stessa canzone. C’è sempre una linea melodica che rende molto eldquo;musicalierdquo; le composizioni ma anche un ricercatezza nelle soluzioni ritmiche ed un cantato che valorizza diversi aspetti ad oltranza. Quindi, in un contesto musicale così diretto e ricercato, abbiamo innestato influenze di musica folk araba sfruttandone le capacità eldquo;poliemotiveerdquo;. Non volevamo una fruizione univoca della nostra musica: con questo espediente abbiamo cercato un equilibrio tra i sentimenti contrastanti presenti in eldquo;Egoderdquo; facendoli coesistere: rabbia e tristezza, felicità e sacralità, erotismo e morte. Questo ha reso i brani tanto diretti quanto difficili da gestire emotivamente.
Proviamo a presentare l'album ai nostri lettori con un breve track by track...

Ci provo ma non garantisco nulla. La prima canzone è eldquo;Mr.Zeroerdquo;, tirata, pesante e dall’incedere fiero. Ha connotati stilistici che vanno dall’hardcore al thrash fino all’heavy metal e con un ritornello che si presenta come un eldquo;eccoci, siamo tornati!erdquo; che la rende perfetta come openertrack. In eldquo;Act Of Sorrowerdquo; c’è un’ininterrotta ricerca del groove. Anche qui, nel momento più eldquo;cattivoerdquo; del brano, fa capolino una melodia molto malinconica che crea un contrasto particolare. eldquo;Barabbaerdquo; è la cronaca del processo a Gesù Cristo e Barabba ed ha un climax arabeggiante. La considero quasi un esperimento perché la base è thrash/death ma le melodie che si innestano nel brano lo rendono quasi una colonna sonora: ad un certo punto c’è anche una ciaramella, tanto per rendere l’idea. eldquo;HimMortalityerdquo;, divertentissima da suonare, è una canzone diretta e veloce che culmina in un ritornello in cui la morte si fa beffa della mortalità dell’uomo. A.B.Senses è un brano cupo e claustrofobico con dei momenti di grande rabbia e disperazione. Un lento percorso verso la parte oscura della nostra anima, verso sentimenti che nessuno accetta di provare, che alla fine rivela quanto amore prova l’uomo verso la propria imperfezione. eldquo;Twonityerdquo; è uno sprono ad andare avanti con dignità, riservandosi sempre una lacrima per i momenti più duri. Ha l’incedere di un evento impossibile da controllare ed è dedicata alla memoria di mio Padre. eldquo;The Egod Teetherdquo; è concepita come una piccola suite perché ingloba diversi momenti e parla dell’eterna lotta tra il corpo e l’anima. eldquo;I Hate Youerdquo; è semplicemente un bel eldquo;vaffanculoerdquo; a tutto e tutti con una strofa cattivissima e un ritornello che ribalta tutto mostrando invece quanta sofferenza c’è dietro un apparente spavalderia. eldquo;Stainerdquo; è una canzone con melodie molto particolari abbinate ad un’attitudine thrashy che parla di un ragazzo che, per superare lo stato di verginità in modo eldquo;puroerdquo;, trasforma il corpo della propria donna in ostia e lo mangia: trasposizione eldquo;deviataerdquo; del rito cattolico, che culmina, di fatto, con un atto simbolico di cannibalismo! In fine eldquo;Vanityerdquo;, è la riflessione di un uomo, eternamente insoddisfatto, che non ha più il potere di condizionare gli eventi della propria vita. Una canzone diretta e potente che chiude con rabbia il discorso tra Uomo e Dio.
Come avete scelto titolo e artwork?
Volevamo dare la parvenza di eldquo;manifestoerdquo; alle tematiche dell’album con un titolo imponente, sia eldquo;carnaleerdquo; che eldquo;sacroerdquo;. La scelta è ricaduta su eldquo;Egoderdquo; perché è una parola che ha un grande valore evocativo ed un’ accezione polivalente non aprioristicamente negativa o positiva ( pueograve; significare tante cose: eldquo;L’ego di Dioerdquo;, eldquo;Io: Dioerdquo;, ecc). In eldquo;Egoderdquo; sentimenti quali l’ambizione, il narcisismo e (naturalmente) l’ego, riacquistano dignità ponendosi come i veri archetipi delle azioni umane. L’ego, in particolare, è visto come il sentimento che più rende simili l’Uomo e Dio. Quindi, l’uomo muore quando rinuncia alle proprie ambizioni, ai propri sogni, ai propri desideri perché l’ego è la chiave della propria vitalità. La copertina esprime proprio questo concetto: l’uomo che si trasforma in mela del desiderio diventa Dio.
Come nascono le vostre canzoni? Tra quante canzoni avete scelto le dieci che sono finite nel disco?
Le composizioni erano in totale dodici, tutte molto eterogenee, come lo sono anche le dieci che sono finite in eldquo;Egoderdquo;. Questo aspetto che ci stimolava perché sapevamo che stavamo realizzando un album molto vario ma dovevamo anche fare in modo che eldquo;Egoderdquo; non risultasse un collage di idee troppo diverse. Il criterio di selezione è stato semplice: la qualità musicale espressa. Alcune canzoni avrebbero richiesto un ulteriore sforzo per essere portate al livello delle altre e quindi abbiamo preferito lavorare sui brani che già avevano sviscerato al meglio le proprie potenzialità. Considera che, comunque, stiamo parlando di un lavoro di preproduzione durato più di due anni. In eldquo;Egoderdquo; ogni brano ha avuto una storia a se: alcuni sono nati da un incipit vocale, altri da una base ritmica, altri attorno ad un'unica idea di base, per questo, ogni volta, il lavoro di stesura è stato quasi reinventato in base alle esigenze specifiche.
Per quali motivi avete scelto 'Mr. Zero' come preview dell'album?
Quando abbiamo iniziato a ragionare sulla tracklist di eldquo;Egoderdquo;, abbiamo tutti concordato che eldquo;Mr. Zeroerdquo; era la canzone con le caratteristiche dell'opener è stato questo il motivo che ci ha portato a sceglierla anche come preview dell’album. Diciamo che ha molte delle caratteristiche che poi si sviluppano nell’arco dell’intero album, ma diciamo anche che ci piaceva presentarci così: con un approccio diretto, pesante e dinamico.
A quali dischi vi siete ispirati maggiormente a livello di produzione?
In studio giravano dischi dei Black Label Society, dei Disturbed, ma anche il eldquo;Black Albumerdquo; ( ancora il top delle produzioni), i Machine Head, gli Slipknot, i Lamb Of God. Ma nessuno aveva le caratteristiche che stavamo cercando per il nostro album: sono state importanti, più che altro, per capire a che livelli si esprimono le produzioni di oggi, ma poi, il tuo disco deve suonare in un modo unico e personale. L’idea che abbiamo sviluppato noi è stata quella di amalgamare gli strumenti intorno ai suoni di batteria, per avere una resa compatta e potente per poi spingere al massimo i volumi in fase di postproduzione e mastering.
In cosa ritenete sia stato fondamentale l'apporto di Paolo Ojetti?
Prima di tutto ci ha dato la possibilità di usufruire costantemente di un parere esterno e competente che ha alimentato il confronto tra noi e portandoci a scelte più oculate, opportune e consapevoli. Sembra nulla ma, in realtà, non sempre si ha la lucidità giusta quando si sta trattando la propria musica. Un parere esterno, anche se non è necessariamente sempre oro colato, snellisce l’iter delle mille decisioni che ci si trova a prendere producendo un album senza paletti e vario come il nostro. Paolo ci è stato di grande aiuto anche sotto il punto di vista logistico: ci ha obbligato a periodi di pausa che ci sono serviti molto per entrare meglio eldquo;dentroerdquo; l’album modificando così il risultato finale. In pratica, ha avuto un grande peso in ogni passaggio dell’album.
Quali sono i vostri prossimi appuntamenti dal vivo?
Per adesso siamo confermati ai seguenti festiva estivi..
Rock On Festival ( 17072010, Civitanova Marche, con Cattle Decapitation),
Armageddon In The Park (31072010, CB; in compagnia di Bulldozer, Pino Scotto e Sadist),
Metal Disorder (17092010, Pogliano Milanese),
Total Metal Festival (25092010, Bari, con The Haunted e Primal Fear).
Ma speriamo che escano anche altre date: di suonare dal vivo non ci si stanca mai. Invito tutti i ragazzi a farsi un giro al festival più vicino e darci un’occhiata o visitarci su www.myspace.com/sawthismusic
Qualche aneddoto sui Vader?
Sono dei mostri! Bravissimi, professionali e umili. Siamo veramente felici di aver vissuto quest’esperienza e speriamo di ripeterla presto.

(parole di Michele Melchiorre)


Sawthis
From Italia

Discography
Babhell (2017)
Youniverse (2013)
Egod (2010)
Fusion (2006)