-Core
Jazz Is Dead!
Un successo in attesa di Gianluca Petrella
Pubblicato il 28/05/2024 da Lorenzo Becciani

Conclusi i tre giorni consecutivi di Jazz is Dead! festival al Bunker e in attesa dell'epilogo (già tutto esaurito per entrambi i set) di venerdì 7 giugno al Planetario di Torino con Gianluca Petrella, è giunto il momento di fare i conti, con il proprio operato, con l'offerta musicale e naturalmente con i risultati. La settima edizione di Jazz is Dead! è iniziata in salita, travolta da una bomba di ghiaccio che ha avuto come epicentro proprio Torino Nord ma, forse anche grazie a questo forte disagio iniziale, la corsa del festival è proseguita in discesa, velocissima e incalzante. Il nuovissimo palco esterno ha consentito alle tantissime persone avvicendatesi durante i tre giorni (7.000 passaggi in 35 ore di evento) di godersi esecuzioni artistiche di indiscussa eccellenza, il club industriale ha regalato bassi e potenza a sufficienza per gli amanti della notte e l'area esterna, tra zona chill, zona espositiva e sonorizzazioni esperienziali hanno dato quel tocco che i numerosissimi avventori provenienti da fuori Torino hanno più volte definito "internazionale". Guardandosi attorno, in pieno giorno durante le sonorità esotiche e delicate dei Le Cri du Caire, sotto palco davanti al virtuosismo degli I Hate My Village, ballando durante la performance micidiale di Anty Razor, chiudendo gli occhi con il rito musicale di Daniela Pes e voltandosi indietro dopo il rumorosissimo live di chiusura dei Godflesh, ci si rendeva conto di aver vissuto qualcosa di veramente bello, di aver partecipato essenzialmente a una grande festa, libera e aperta, spontanea e sorprendente, che ha come finalità ultima il sorriso e la festa stessa

 

Ciò che più di ogni calcolo però lascia senza parole, è il numero di addette e addetti ai lavori, di volontarie e volontari che è la comunità di Jazz is Dead! La settima edizione ha superato i cento volti, a dimostrazione che l'operatività e l'organizzazione sono più che mai una faccenda collettiva e che l'efficacia del singolo è esponenziale se fa parte di un organismo più complesso. Jazz is Dead! sono tutte e tutti coloro che lo hanno attraversato, in punta di piedi o pestandoli, saltando, sbraitando, accogliendo, guardandolo da vicino o da lontano. Jazz is Dead! siamo tutte e tutti noi. 


 

NESSUNO È PERFETTO E CHI VUOL ESSERE NESSUNO?

"Sette... tra i vari significati c'è la perfezione. La nostra ambizione, il nostro stimolo e il nostro fardello. Per trasformare un concerto in emozioni c'è bisogno di empatia, di condivisione, di aggregazione, c'è bisogno del pubblico, caloroso e partecipato, attento e accogliente e inclusivo, come quello che abbiamo visto a Jazz is Dead! ARCI Torino, Magazzino sul Po, TUM, Dewrec, Pirates of Production, Bunker... sono tantissime le realtà coinvolte in questo evento e per loro tendere alla perfezione è stata la missione.  Qualcosa è andato storto sicuramente, qualche attesa di troppo, il live a porte chiuse di Valentina Magaletti e Marta Salogni (già online su RaiPlay e sul canale di URSSS), la grandine, tantissima grandine... Sappiamo di avere ampi margini di miglioramento... 
Ma in fondo nessuno è perfetto... e chi vuole essere nessuno? Grazie!" Alessandro Gambo, direttore Jazz is Dead!

 



 

Jazz is Dead! festival 

International Music Festival

Based in Turin, since 2017

jazzisdeadfestival.it