Negli ultimi anni la storica etichetta di Seattle ha variato molto il proprio catalogo, basti pensare agli scellerati sperimentatori industrial-rap Clipping, e ‘Titanic Rising’ è senza ombra di dubbio uno degli album più belli rilasciati da tempo immemore. Di grunge non c’è niente, semmai l’artista originaria di Santa Monica preferisce caratterizzare la propria proposta con termini come baroque pop o psychedelic folk. Personalmente di questi termini sono stufo e se definire baroque pop questa manciata di canzoni significa metterle sullo stesso piano delle produzioni di Regina Spektor, Amanda Palmer o Bat For Lashes, allora siamo proprio fuori strada. Il pregio maggiore del successore di ‘Front Row Seat to Earth’ è quello di non dare troppi riferimenti ed impedire una facile classificazione. In questo è stata brava lei e probabilmente anche Jonathan Rado dei Foxygen, già a servizio di Father John Misty e Lemon Twigs, che si è occupato dei suoni. L’approccio canoro di Natalie Mering è legato al passato ma il suo modo di scrivere, elegante e moderno, la timidezza e la forza con cui si rapporta all’ascoltatore ed infine la cura degli arrangiamenti elevano la release su un livello superiore alle precedenti. Ogni pezzo è un tassello di un mosaico prezioso. Una vera e propria opera d’arte che consiglio di ammirare prendendosi il tempo necessario per godere di tutte le sue sfumature. Dopo il capolavoro di Julia Holter, l’ironia di ‘Everyday’ era quello che ci voleva per affrontare l’estate.